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Arrivi in UE sulle rotte migratorie ai minimi dal 2013. Morti e dispersi, il dato dimenticato dei percorsi via terra

Sono circa 124 mila gli attraversamenti “illegali” registrati alle frontiere esterne dell’UE nel 2020, il 13% in meno rispetto al 2019. Nell’anno le rotte migratorie del Mediterraneo hanno contato almeno 1.228 fra morti e dispersi, ai quali bisogna aggiungere 86 vittime lungo i percorsi via terra in territorio europeo, UE o extra-UE. Rispetto al 2019, otto volte tanti gli arrivi alle Canarie.

Gli attraversamenti “illegali” delle frontiere dell’UE registrati nel 2020 nell’area del Mediterraneo e dai Balcani occidentali, con la tendenza rispetto al 2019 (dati provvisori, fonte Frontex 2021).

 

Il 2020 si è concluso sulle frontiere esterne dell’UE con 124 mila attraversamenti “illegali”, il 13% in meno rispetto al 2019. Il dato preliminare per il periodo gennaio-dicembre dell’anno scorso ha totalizzato secondo l’agenzia Frontex il numero più basso dal 2013, «in larga parte a causa dell’impatto delle restrizioni per il COVID-19».

Quei grandi pescherecci nell’Atlantico

Il 2020, come è ormai noto da tempo, ha visto in crescita solo gli arrivi dal Mediterraneo centrale (circa 35.600 fra migranti e rifugiati sempre secondo l’agenzia UE per le frontiere, + 154% in rapporto al ’19) e dalla “rotta” di terra dei Balcani occidentali (26.300 persone, + 78%). 

Nel Mediterraneo centrale, malgrado la forte crescita delle partenze dalla Tunisia, la Libia è rimasta (di poco) il Paese dove gli imbarchi sono stati più numerosi. Invece, sempre rispetto al ’19 si sono ridotti a un quarto gli arrivi dal Mediterraneo orientale (19.700, -76%), ma un forte calo si è registrato anche dal Mediterraneo occidentale (17 mila persone, – 28%).

La rotta atlantica verso le Canarie nel 2020 ha visto un numero di arrivi (22.600 ) otto volte più grande in rapporto all’anno precedente.  Per Frontex è la cifra più elevata dal 2009, anno di inizio della raccolta di questi dati. «I trafficanti spesso adoperano grandi pescherecci in grado di trasportare un gran numero di persone partite da Paesi dell’Africa occidentale come la Mauritania, il Senegal e il Gambia».

Secondo l’agenzia di Varsavia, nell’anno appena concluso gli arrivi nel territorio dell’Unione sono segnati da un forte cambiamento di genere: nel 2019 erano donne un rifugiato/migrante su quattro, mentre nel 2020 la proporzione è scesa a una su dieci.

Un anno di vite perdute (anche nei percorsi via terra)

Il progetto Missing Migrants dell’OIM, intanto, ha aggiornato in questi giorni la stima (per difetto) sui rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo in tutto il 2020: sono stati 1.224, di cui 848 solo nel Mediterraneo centrale (fra gli incidenti più gravi, la strage di 40 tra morti e dispersi al largo di Sfax, in Tunisia, avvenuta la vigilia di Natale), 108 in quello orientale (+ 52% rispetto al 2019, un dato impressionante se si guarda al crollo degli arrivi sulle coste di Grecia e Cipro) e 268 in quello occidentale.

Il totale di vittime nell’anno sale a 1.228 se si contano anche quattro persone rimaste disperse ad agosto al largo di El Marsa, Algeria.

A queste cifre occorre infine aggiungere un numero dimenticato, quello degli 86 migranti/rifugiati che nell’ultimo anno hanno perso la vita in percorsi via terra in territorio europeo. Fra loro, anche tre donne e sette minori.

Rotte migratorie 2020: arrivi e vittime a confronto

  Attraversamenti* Morti/dispersi**
Tutte le “rotte” 124.000 ca. 1.224***
Mediterraneo occidentale 16.969 268
Mediterraneo centrale 35.628 848
Mediterraneo orientale 19.681 108
Balcani occidentali 26.928 :
Africa occid.-Canarie 22.600 ca. :
Territorio europeo**** : 86
* Attraversamenti “illegali” registrati; dati provvisori.
** Stime minime.
*** 1.228 contando quattro dispersi nelle acque di El Marsa, Algeria.
**** Percorsi via terra, nell’UE o fuori dall’UE.
:  Dato non disponibile.
Fonte: elaborazione Vie di fuga su dati Frontex e OIM.

 

 

 

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