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Bandi deserti. L’accoglienza al tempo del Decreto Sicurezza

Bandi deserti, piccoli progetti di integrazione e accoglienza chiusi e lavoratori (italiani) a casa, senza più un lavoro. Questi alcuni fra gli effetti dei Decreti Sicurezza, provvedimenti simbolo del Governo giallo verde che però, ad oggi, non sono stati nè modificati nè abrogati.

I decreti sicurezza hanno imposto un brusco cambio di orientamento agli enti gestori che si trovano a lavorare in un clima di precarietà economica, politica e amministrativa senza precedenti. Innanzitutto il taglio degli importi riconosciuti per ospite (da 35 euro a 21 euro) che ha portato all’eliminazione dei servizi volti all’integrazione come gli insegnanti di italiano, i consulenti legali e i mediatori.

I centri di accoglienza (CAS) diventano quindi strutture di mero controllo e di mera attesa dove non si potrà più nemmeno imparare l’italiano o frequentare un corso di formazione professionale, senza parlare dell’aspetto di tutela legale che non potrà più essere garantito.

La seconda parte del rapporto pubblicato da ActionAid e Openpolis dal titolo: “La sicurezza dell’esclusione”  racconta proprio il corto circuito generato dai decreti sicurezza all’interno del sistema di accoglienza. “Cambia […] la ragione d’essere dei Cas, che vengono trasformati in strutture dove i migranti devono attendere le decisioni sulle richieste di asilo. […] Proprio contro questo netto cambio di direzione si è sviluppata la protesta degli enti gestori”.

Il rapporto continua delineando le strategie messe in atto, come i ricorsi in sede legale, ma soprattutto la scelta di “chiamarsi fuori dal sistema” (e da qui i bandi deserti di cui anche la stampa nazionale sta dando notizia) e come questa scelta stia mettendo a dura prova le Prefetture che non riescono ad assegnare la totalità dei posti.

Qualche numero per capire

91.424 numero totale di persone accolte al 31.12.19 in Italia

66.958 numero di persone accolte nei Cas, la maggiorparte spostata nelle grandi strutture dove è previsto solo vitto e alloggio

24.388 persone accolte nei piccoli centri (appartamenti) e ormai si tratta solo di titolari di status

18% la percentuale alla quale viene riconosciuto uno status di protezione. Ante decreto era pari al 40%

285 i posti assegnati a Firenze contro i 1.800 messi a bando dalla Prefettura

 

 

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