«Con 315 persone censite il 28 agosto in un edificio omologato per 81 posti e progettato per 65 posti letto, non era più possibile operare in condizioni di sicurezza e dignità di fronte al crescente arrivo di rifugiati che attraversano le montagne dall’italia» sulla “via del Nordovest”. Nella cittadina francese l’accoglienza d’urgenza si svolge ora sotto le tende montate su un terreno messo a disposizione dalla parrocchia. La Commissone pastorale per i migranti della Diocesi di Gap-Embrun: «Dalle autorità non è arrivata altra risposta che quella dell’annuncio di controlli rafforzati alle frontiere, o il richiamo ad articoli di legge che promettono sanzioni a chiunque faciliti gli ingressi clandestini, omettendone altri che richiamano l’obbligo di soccorrere chiunque si trovi in pericolo».
Il “luogo terzo” delle Terrasses solidaires di Briançon non ce la fa più. Il 30 agosto il suo consiglio di amministrazione ha deciso di chiudere provvisoriamente l’accoglienza ai migranti in viaggio. L’accoglienza d’urgenza si svolge ora, sempre in maniera provvisoria, sotto le tende montate su un terreno offerto dalla parrocchia della cittadina sul versante francese del Monginevro.
Spiegano le Terrasses e l’associazione Refuges solidaires: «Con 315 persone censite il 28 agosto in un edificio omologato per 81 posti e progettato per 65 posti letto, non era più possibile operare in condizioni di sicurezza e dignità di fronte al crescente arrivo di rifugiati dall’Italia, attraverso le montagne».
Da metà maggio la struttura al numero 34 della strada di Grenoble accoglieva da 120 a 240 persone ogni giorno. Da 30 a 50 quelle che bussavano alla sua porta ogni notte, ma a volte anche più di un centinaio.
«Le autorità sono state allertate più volte fin dall’inizio della crisi, ma continuano a rifiutare l’apertura di nuovi locali per l’accoglienza d’emergenza. I rifugiati accolti sono estremamente vulnerabili: una decina di donne con neonati e bambini piccoli, oltre ai minori non accompagnati che formano quasi il 40% degli accolti. L’ospedale e l’équipe di Médecins du monde curano quasi un rifugiato su due, in particolare per patologie causate da lunghi percorsi a piedi: piaghe, contusioni, dolori muscolari e articolari».
Così, dal 30 agosto l’accoglienza si svolge in tenda grazie alla parrocchia di Sainte Catherine. Per i malati, le donne e i bambini c’è la protezione di una sala parrocchiale.
Le Terrasses e Refuges solidaires richiamano lo Stato alle sua responsabilità, deplorando il fatto che le autorità non hanno ancora messo in atto un Dispositivo di accoglienza d’emergenza come previsto dalla legge. «Quando si decideranno a dare risposte adeguate a questa questione umanitaria?».
La solidarietà “estremismo politico”?
Intanto, i volontari e gli operatori di Refuges solidaires incassano la solidarietà della Commissione pastorale per i migranti della Diocesi di Gap-Embrun.
«Dalle autorità pubbliche – afferma la Commissione diocesana in una nota – non è arrivata altra risposta che quella dell’annuncio di controlli rafforzati alle frontiere, o il richiamo ad alcuni articoli della legislazione che promettono sanzioni a chiunque faciliti l’ingresso clandestino, omettendone alcuni altri che richiamano l’obbligo di soccorrere chiunque si trovi in pericolo». Ma anche: «Equiparare la generosità dei tanti volontari e operatori di Refuges solidaires e delle associazioni partner a manifestazioni di estremismo politico è un processo troppo semplicistico e nasce da un’incomprensione degli uomini e delle donne che si dedicano ad alleviare ai loro fratelli e sorelle i drammi dell’esilio».
Mentre «è più che necessario aprire un luogo pubblico di accoglienza dignitosa. La Repubblica francese si sta adoperando in modo ammirevole per i profughi del conflitto ucraino, e questo va a suo merito. Possibile che non abbia la capacità di far fronte a questa realtà migratoria?».
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