È stato presentato il Rapporto annuale 2022 del Centro Astalli e come sempre il lavoro del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati approfondisce, attraverso dati e statistiche, il panorama dell’accoglienza italiana. Il rapporto racconta i nodi e le difficoltà che gli uomini e le donne incontrano nel percorso per l’accesso all’accoglienza o ai percorsi di integrazione.
L’edizione 2022 si presenta rinnovata in occasione dei 40 anni di attività del Centro Astalli con contenuti ampliati e riorganizzati in una veste grafica nuova. Attraverso i tre verbi che costituiscono la mission del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, Accompagnare, Servire, Difendere i diritti dei rifugiati, il rapporto viene suddiviso in tre macro sezioni che raccontano la strada fatta dai tanti volontari del Centro. Il rapporto utilizza testimonianze e approfondimenti per raccontare e far emergere i nodi sulle migrazioni forzate in Italia; riassumibili in 3 catergorie: vulnerabilità, cura e inclusione sociale.
L’introduzione curata dal presidente del Centro Astalli, Camillo Ripamonti, apre con le parole del papa pronunciate nel 2021 e con il dolore di dover ammettere che la situazione non solo non è migliorata ma che la pace è diventata un orizzonte ancora più lontano, a causa del conflitto fra Russia e Ucraina.
I dati che emergono dal rapporto ben raccontano “una realtà si adegua e si adatta ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che fa fatica a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca di giungere in Italia”. Proprio a questo riguardo occorre sottolineare che il rapporto non si risparmia dal denunciare che, accanto alla generosità e solidarietà di tanta parte della società civile verso i profughi ucraini, è emersa anche la voce di chi distingue tra rifugiati di serie A e di serie B, “toccando ancora una volta livelli di aberrazione che avremmo francamente evitato”.
Scarica qui il rapporto del centro Astalli
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