Il Servizio Centrale dello Sprar, l’Asgi, l’Unhcr e l’Anusca, cioè l’associazione degli “ufficiali” di stato civile e anagrafe, hanno pubblicato un documento di linee guida sul diritto alla residenza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
* di Elia Carlotti
È di recente pubblicazione un quaderno realizzato dal Servizio Centrale dello Sprar, dall’Asgi, dall’Unhcr e dall’Anusca (l’Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe) e rivolto in particolare agli operatori e ai funzionari d’anagrafe per chiarire i presupposti dell’iscrizione anagrafica dei rifugiati in Italia.
L’iscrizione anagrafica è un passo fondamentale nel percorso di integrazione dei migranti e richiedenti/titolari protezione internazionale, perché consente alle persone l’accesso effettivo a determinati diritti sociali e l’esercizio di alcuni diritti civili e dei diritti politici, nonché la possibilità di fruire concretamente della protezione riconosciuta.
Passaporto, prego…
Ciò nonostante la facoltà di richiedere ed ottenere la residenza è progressivamente divenuta un diritto sottoposto a vincoli e condizioni spesso in evidente contrasto con le norme. Un esempio è dato dalla prassi di alcuni Comuni in cui l’iscrizione anagrafica viene subordinata alla produzione del passaporto rilasciato nel Paese di origine, anche quando tale certificato è di difficile – se non impossibile – reperibilità.
Gli ostacoli del “Piano casa”
A una prassi burocratica che disorienta si aggiunge poi una recente disposizione, introdotta dal provvedimento conosciuto come “Piano casa” (art. 5 del DL 47/2014 convertito nella legge 80/2014), che ha ulteriormente compromesso la possibilità di iscriversi all’anagrafe, vietando la richiesta della residenza per chi abita in immobili occupati “abusivamente”.
Su questo provvedimento si è espresso anche l’Unhcr: l’Alto commissariato nello scorso maggio ha espresso la sua preoccupazione rispetto a una norma che «creerebbe un ulteriore ostacolo al processo di integrazione dei rifugiati in Italia, costringendoli in una spirale di isolamento e marginalità: migliaia di persone sarebbero infatti private della possibilità di accedere alla residenza anagrafica».
Ancora una volta il sistema amministrativo sembra voler preservare una miope “integrità” delle norme, a discapito della dignità delle persone. Ma questo quaderno, dal titolo Linee guida sul diritto alla residenza dei richiedenti e beneficiari di protezione internazionale, mira a ribadire con chiarezza quali sono i diritti dei cittadini stranieri nella delicata questione della residenza.
Allegati
Le Linee guida (file .pdf 443 kbyte)
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