Il terzo webinar del ciclo Diritto d’asilo, un percorso d’umanità in sintesi. Due i grandi temi al centro dell’attenzione: la “curva dei diritti” a partire dai decreti “sicurezza” fino al DL 130, e la situazione lungo la rotta balcanica, dalla Grecia alla Croazia e all’Italia, dove si è ormai superata una soglia che si credeva invalicabile, impedendo persino l’accesso al diritto d’asilo. Il video completo del webinar “Esclusi. Strumenti per tutelare chi è stato messo fuori” è on line sul profilo FB di Vie di fuga. L’iniziativa fa parte del ciclo Diritto d’asilo, un percorso di umanità a cura di Fondazione Migrantes, Forum per cambiare l’ordine delle cose ed Escapes.
Asilo: quando non si può più nemmeno chiederloPer Gianfranco Schiavone (ICS-Trieste e ASGI) «il punto focale è che viviamo in momento in cui il diritto d’asilo è messo radicalmente in discussione. Diritto d’asilo significa prima di tutto il diritto di chiederlo: sembra un’ovvietà ma dal punto di vista giuridico è importante. È un diritto di accesso che non può essere negato. Può esser compresso, la persona può essere trattenuta, la procedura può essere accelerata entro certi limiti, ma non si può impedire di chiedere protezione. Sembrava un muro invalicabile. Però oggi siamo di fronte proprio al tentativo violento ed estremo di impedire l’accesso alla domanda d’asilo: lo si è visto molto bene nel 2020, in particolare sulla rotta balcanica, fra Grecia e Croazia. Ma lo ha fatto anche l’Italia alla frontiera slovena, con le cosiddette “riammissioni informali”, per mesi, fino a un’ordinanza del tribunale di Roma». L’intervento completo nel video del webinar: da 11′ 15” in poi Materiali: il capitolo “I respingimenti e il crollo del sistema giuridico europeo” nel rapporto La rotta balcanica (RiVolti ai Balcani, gennaio 2021, pp. 29 e segg., file .pdf) |
La normativa: difficile risalire nella curva dei dirittiLa “curva” dei diritti dei migranti in rapporto all’entrata in vigore dei “decreti sicurezza” e del DL 130/2021 è stata disegnata dall’avvocato dell’ASGI Livio Neri in un intervento dal titolo “Gli esclusi 2018-2021”. In sintesi, «come conferma anche la storia di altri provvedimenti legislativi in materia di immigrazione, quando si verifica una forte contrazione dei diritti dei cittadini stranieri, raramente si recupera il punto di partenza». Lo si osserva, ad esempio, nel termine massimo concesso al ministero dell’Interno per valutare le domande di cittadinanza per naturalizzazione. «Per decenni erano stati 24 mesi, un termine già molto ampio. Il primo decreto “Salvini” ha raddoppiato a 48, e ora col DL 130 non si è riusciti nemmeno a tornare ai 24 mesi, ma solo al compromesso dei 24 mesi prorogabili a 36». Anche la durata massima del trattenimento nei CPR, raddoppiata con il decreto “Salvini” da 90 giorni a 180 giorni, è “ritornata” a 90 giorni, però prorogabili di altri 30. Osserva ancora Neri: «Una via di uscita a questo vicolo cieco nel recupero dei diritti potrebbe esser quella di cambiare in qualche modo nomi e “binari”. Mi sembra significativa l’esperienza della protezione umanitaria: almeno su questo aspetto nel DL 130 si è usciti dal “cortocircuito” non solo cambiando nome, troppo facile, ma anche aggirando il mero ripristino della norma abrogata: con la nuova protezione speciale, molto più ampia rispetto al decreto “Salvini” del 2018, si è cercato un altro canale per garantire gli stessi diritti della protezione umanitaria, e forse in un modo migliore». L’intervento completo nel video del webinar: da 28′ in poi Materiali: le slide dell’intervento (file .pdf) |
No comment yet, add your voice below!