Secondo i primi dati per il 2019, che ormai coprono il periodo gennaio-giugno, l’attuazione del regolamento “Dublino III” continua a essere segnata da inefficienze e da un precario rispetto degli standard giuridici: lo certificano le nuove statistiche relative a vari Paesi europei pubblicate dall’AIDA, l’Asylum information database. La Germania ha indirizzato agli altri Paesi membri oltre 25 mila “richieste”, ma ha realizzato “solo” 4.215 trasferimenti effettivi di richiedenti asilo: oltre quattro quinti delle “procedure Dublino” avviate da Berlino non si traducono in alcun trasferimento. Su Vie di fuga la nota di sintesi dell’AIDA e, scaricabile, il report completo.
L’attuazione del regolamento “Dublino III” continua a essere segnata da inefficienze e da un precario rispetto degli standard giuridici: lo certificano le nuove statistiche relative a una serie di Paesi europei pubblicate dall’AIDA, l’Asylum information database gestito dall’ECRE.
Germania e Francia continuano a essere i principali attori del “sistema Dublino” in Europa. Nel primo semestre 2019 sono state i primi due mittenti delle “richieste” in merito ricevute da Austria, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Svizzera. La Francia è stata di gran lunga il primo mittente di richieste verso Spagna e Ungheria, mentre la Germania ha emesso la stragrande maggioranza delle richieste rivolte alla Grecia.
Sempre nella prima metà del 2019 la Germania ha emesso 25.483 richieste e realizzato 4.215 trasferimenti effettivi di richiedenti asilo: le due cifre indicano che oltre quattro quinti delle “procedure Dublino” avviate dalle autorità di Berlino non si traducono in alcun trasferimento.
Presa e ripresa in carico
La maggior parte delle procedure Dublino avviate nella prima metà di quest’anno riguardano richieste di ripresa in carico di un richiedente asilo. Solo in via eccezionale, riguardava il ricongiungimento familiare una percentuale significativa di richieste emesse dalla Grecia e dalla Bulgaria.
La Spagna invece, uno dei principali destinatari di “richieste Dublino” (7.577), è stata chiamata soprattutto alla presa in carico di richiedenti che non avevano chiesto protezione nel Paese iberico. Qui la maggior parte delle richieste si basava sul criterio dell’ingresso irregolare. In Spagna però sono stati effettuati solo 170 trasferimenti, principalmente da Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Norvegia.
Quelle (discutibili) richieste ad Atene e Budapest
Quest’anno, dopo una raccomandazione della Commissione Europea del dicembre 2016, la gran parte degli Stati membri ha riavviato le procedure Dublino verso la Grecia. Sempre nella prima metà dell’anno Atene ha ricevuto 4.742 richieste da 25 Paesi, e quasi il 75% è arrivato dalla sola Germania. Ma in totale sono stati effettuati solo nove trasferimenti, di cui sette dalla Germania, uno dalla Polonia e uno dalla Svizzera.
L’Ungheria continua a ricevere richieste Dublino nonostante le violazioni ampiamente documentate dei diritti umani e le carenze del sistema di asilo nazionale, che hanno portato a vari procedimenti di infrazione da parte della Commissione Europea (v. qui i provvedimenti di luglio). Budapest ha ricevuto un totale di 711 richieste nella prima metà del 2019 (oltre il 50% provenienti dalla Francia), anche se nel periodo non si è registrato nemmeno un trasferimento effettivo.
E la “sovranità”?
Ancora una volta l’AIDA ricorda che le procedure Dublino non sono obbligatorie. L’articolo 17, paragrafo 1, del “Dublino III”, la cosiddetta “clausola di sovranità”, consente agli Stati membri di assumersi la responsabilità di esaminare un richiedente asilo in qualsiasi situazione egli si trovi. Tuttavia, la clausola è stata utilizzata in appena 17 casi da Malta, in quattro casi da Romania e Austria e in un caso dalla Spagna. Non è stata utilizzata invece da Bulgaria, Ungheria, Slovenia, Polonia, Portogallo ed Estonia.
Traduzione e adattamento a cura di Vie di fuga
Allegato
The Dublin system in the first half of 2019 (l’analisi integrale dell’AIDA, in inglese, agosto 2019)
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