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Estate 2018: navi e migranti, le cronache del Mediterraneo centrale

Le cronache di mare (e di terra) che hanno visto protagoniste sette navi che hanno soccorso e raccolto migranti nelle acque del Mediterraneo centrale durante l’estate. Per non dimenticare.

(Foto Sea Eye 2018).

 

30 agosto 2018 – A quattro anni esatti dal primo salvataggio in mare di una nave di una ONG (la MY Phoenix del MOAS, 30 agosto 2014), l’ONG Proactiva Open Arms annuncia che la sua Open Arms lascia il Mediterraneo centrale per quello occidentale. La decisione è stata presa, informa l’ONG spagnola tramite l’agenzia Redattore sociale,  dopo «le intense campagne di criminalizzazione delle ONG e l’avvio di politiche disumane che hanno provocato non solo la chiusura dei porti di Italia e Malta», ma anche «la paralisi di numerose organizzazioni umanitarie di salvataggio, come pure l’aumento del flusso migratorio verso il sud della Spagna».

(Foto Garante persone detenute 2018).

16 agosto – Fra Lampedusa e Malta il pattugliatore Diciotti della Guardia Costiera soccorre 190 migranti. Solo il 20 agosto (dopo un contenzioso con Malta sui porti “competenti” e dopo aver sbarcato 13 migranti d’urgenza a Lampedusa) potrà attraccare a Catania, dove però nessuno è autorizzato a prendere terra. Il governo Conte chiede la redistribuzione dei migranti in Europa. Il 22 agosto possono sbarcare 27 minori, ma per tutti gli altri 150 è stallo. Emerge che ben 130 più che «clandestini» sono profughi eritrei, cioè persone a cui in pratica “basta” la cittadinanza per determinare il diritto alla protezione. Afferma il vicepremier Salvini: «O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, a partire ad esempio dagli immigrati a bordo della Diciotti, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare». Alla vigilia di una riunione tecnica a Bruxelles fra 12 Paesi membri dell’UE, il vicepremier Di Maio aggiunge: «Se non ne uscirà nulla sulla redistribuzione, non siamo più disposti a dare all’UE 20 miliardi di euro ogni anno». «Le minacce in Europa non portano da nessuna parte», replica via portavoce la Commissione di Bruxelles. Dopo i minori, per motivi di salute possono sbarcare anche una decina di adulti. Ma la situazione si sblocca solo il 25 agosto, quando Irlanda e Albania accettano di prendere in carico 20 migranti ciascuna, e i restanti 100 la CEI (con la Caritas Italiana e la Fondazione Migrantes), con fondi propri e l’adesione di varie Diocesi.

30 luglio – La nave d’appoggio commerciale italiana Asso Ventotto riporta in Libia 101 migranti che ha soccorso in mare: avrebbe ricevuto dall’MRCC (il Centro di coordinamento del soccorso marittimo) di Roma l’indicazione di attenersi agli ordini della Guardia costiera di Tripoli. Per questo, 11 organismi del Tavolo nazionale asilo hanno chiesto alle istituzioni italiane e dell’UE «verità e giustizia» su quello che si configura come un caso di lampante respingimento collettivo illegale, analogo al caso “Hirsi Jamaa” del 2009, per il quale l’Italia è stata condannata nel ’12 dalla Corte europea dei diritti umani.

9 luglio – Il rimorchiatore Vos Thalassa (bandiera italiana, al servizio di una piattaforma petrolifera della Total) raccoglie da un battello in avaria 67 migranti nella regione SAR (search and rescue) libica. Su indicazione dell’MRCC di Roma il rimorchiatore fa rotta a Sud per riconsegnarli alla Guardia costiera di Tripoli. Comprensibile tensione a bordo. Trasbordo dei migranti sul pattugliatore Diciotti, che arriva a Trapani il 12 luglio. Dopo ore di attesa, i migranti sbarcano dopo un intervento di “moral suasion” del presidente della Repubblica Mattarella su Palazzo Chigi.

(Foto Sea Eye 2018).

16 giugno – Il ministro dell’Interno annuncia via Facebook che le navi Lifeline e Seefuchs, battenti bandiera olandese ma in servizio rispettivamente per le ONG tedesche Mission Lifeline e Sea Eye al largo delle coste libiche, «dovranno cercarsi altri porti non italiani dove dirigersi». «Sappiano questi signori che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina». La Lifeline il 26 giugno sbarcherà a Malta 234 migranti (saranno da «redistribuire» in otto Paesi quelli che avranno diritto all’asilo) e sarà posta sotto inchiesta.

10 giugno – Il governo italiano non autorizza la nave Aquarius di SOS Méditerranée e Medici senza frontiere a sbarcare in Italia 629 migranti soccorsi nelle acque del Canale di Sicilia. Solo il 18 giugno i migranti approderanno a Valencia (Spagna), per essere accolti dal governo iberico, su tre navi, cioè la stessa Aquarius e i vascelli italiani Dattilo e Orione, al termine di un rovente “caso” internazionale. Il ministro dell’Interno italiano risponde così sull’opportunità di una destinazione così lontana per centinaia di migranti: «Non è che adesso possono anche decidere dove cominciare e dove finire la crociera». Secondo un’inchiesta giornalistica, la scorta italiana alla Aquarius è costata almeno 200 mila euro, attinti per il 90% da fondi UE per i salvataggi in emergenza.

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