Il rapporto Global trends 2018 dell’UNHCR ha rimarcato che circa l’80% dei rifugiati nel mondo è stato accolto nei Paesi che confinano con i Paesi di fuga, lontano dall’Europa. Ma nella Giornata mondiale del rifugiato 2019 basta affacciarsi fuori dalle acque territoriali italiane per trovare, come ha ricordato la Fondazione Migrantes, vicende e situazioni disturbanti, inquietanti, imbarazzanti.
Come ha ricordato domenica 16 giugno papa Francesco, la Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi è una ricorrenza che invita tutti “alla solidarietà con gli uomini, le donne e i bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti fondamentali”.
Secondo il rapporto Global trends 2018 dell’UNHCR (il testo integrale, appena pubblicato, è disponibile in allegato a questa news), in tutto il mondo le persone sradicate da persecuzioni, guerre e violenze alla fine dell’anno scorso erano 70,8 milioni tra sfollati interni, rifugiati all’estero e richiedenti asilo (v. nello schema): ancora una volta un triste “record”, pari al doppio rispetto a vent’anni fa e con 2,3 milioni di persone in più rispetto all’anno scorso. Senza tener conto del fatto che il dato non tiene conto dell’escalation del disastro umanitario in Venezuela negli ultimi mesi.
Circa l’80% dei rifugiati vive lontano dall’Europa, in Paesi confinanti con i Paesi d’origine da cui sono stati costretti a fuggire.
Ma non è necessario allontanarsi molto dall’Italia per ricordare storie e situazioni disturbanti, inquietanti, imbarazzanti. La Fondazione Migrantes ricorda in un nota che la solidarietà richiamata domenica da papa Bergolgio “oggi si fa più necessaria con la nave Sea Watch 3 ferma a poche miglia da Lampedusa con a bordo 43 persone salvate in mare da una ONG tedesca. Solo alcuni (10 persone soccorse sul totale di 53, ndr) hanno avuto l’autorizzazione a sbarcare a Lampedusa, perché bisognosi di cure mediche”.
Prosegue la Migrantes: “Oggi si fa più urgente, come più volte richiesto in questi anni, l’esigenza di proteggere i profughi e salvaguardare la vita e la dignità dei migranti anche attraverso l’utilizzo di vie legali per chi fugge da situazioni drammatiche. Quello che stiamo vivendo è veramente triste e preoccupante. Nessuno può dire ‘a me non interessa’: si tratta di uomini, donne e bambini, che hanno subìto vessazioni, torture o violenze, e rifiutarli non è segno di civiltà né di solidarietà”.
E ancora: “Restiamo umani” e “non facciamoci contagiare” dai virus “dell’indifferenza, della noncuranza o del menefreghismo”.
Allegato
Il rapporto Global trends. Forced displacement 2018 (UNHCR, giugno 2019, file .pdf, 7 mbyte)
Ancora nessun commento, aggiungi il tuo qui sotto!