È stata archiviata a Bologna l’accusa contro i volontari Lorena Fornasir e Gian Andrea Bianchi dell’associazione Linea d’ombra. Ma per l’ICS di Trieste la vicenda si inscrive in un clima comunque pesante in Friuli-Venezia Giulia. Intanto, la raccolta fondi per Mimmo Lucano promossa dall’associazione A buon diritto ha già raccolto 300 mila euro, e prosegue.
Fra il 22 e il 23 novembre il PM e il GIP del Tribunale di Bologna hanno convenuto di archiviare l’accusa nei confronti di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir dell’associazione Linea d’ombra. Secondo il GIP bolognese, nell’operato dei due coniugi e volontari triestini manca «qualsiasi contributo funzionale a procurare l’ingresso irregolare» dei migranti assistiti dall’associazione.
L’indagine era partita nel 2019 e vedeva uno stretto legame fra una “cellula triestina” di passeur o smuggler, i due volontari e, indirettamente, anche la loro associazione.
All’inizio il procedimento ha riguardato solo Bianchi. Poi ha coinvolto anche la moglie, un fatto che ha provocato il trasferimento della causa a Bologna, dal momento che la volontaria si trova sotto la giurisdizione del Tribunale emiliano in quanto giudice onorario presso il Tribunale minorile di Trieste.
L’ICS di Trieste: “C’è una giustizia. Ma anche un clima pesante in Friuli-Venezia Giulia”«Molti procedimenti giudiziari, anche quelli partiti con inopportuna enfasi, finiscono archiviati e molti errori giudiziari vengono corretti in corso d’opera. Apparentemente nulla di strano vi sarebbe anche nel procedimento di archiviazione in oggetto che, semmai, evidenzia che la macchina della giustizia è nel suo complesso in grado di operare un efficace controllo al proprio interno. Difficile tuttavia non porsi seri interrogativi sull’inchiesta triestina contro i due coniugi e sull’imbarazzante inconsistenza dell’indagine avviata a loro carico». Commentando l’archiviazione di Bologna, l’ICS-Ufficio rifugiati di Trieste ricorda altri due casi simili registrati in Friuli. Uno è l’inchiesta avviata nel 2016 contro l’associazione “Ospiti in arrivo” di Udine e poi archiviata nel 2017. L’altro riguarda l’accusa nei confronti di un gruppo di cittadini italiani e stranieri di Pordenone di aver occupato un’area pubblica trasformandola in “accampamento abusivo”, mentre «in realtà gli accusati avevano portato doveroso sostegno a richiedenti asilo costretti a dormire all’addiaccio nell’assoluta indifferenza, quando non nell’aperta ostilità, delle istituzioni locali»; anche questa accusa peraltro è di recente finita in archivio. Tira le somme l’ICS: «Si respira un po’ ovunque un’aria pesante di intolleranza e di aggressività in Friuli-Venezia Giulia verso coloro che difendono i diritti umani delle persone più fragili; una situazione non sfuggita all’attenzione di diverse istituzioni internazionali che, purtroppo, rivela come un grave arretramento culturale e una crescente disgregazione sociale stanno investendo in modo particolare quest’area del nostro Paese, a cui appare necessario ricordare che la solidarietà non è solo una scelta individuale di alto profilo, bensì un valore fondante dell’ordinamento democratico che tutte le istituzioni sono chiamate a tutelare come un bene prezioso da cui dipende la coesione sociale». |
Mimmo Lucano, i primi risultati della raccolta fondi
Intanto, in questi giorni ha stilato un primo bilancio l’iniziativa di raccolta fondi lanciata dall’associazione A buon diritto per coprire l’enorme pena pecuniaria irrogata all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano (nella foto qui a destra) e agli altri coimputati nel recente processo di primo grado.
A un mese dall’iniziativa pubblica “Modello Mimmo. L’abuso di umanità non è reato” tenutasi a Roma, «le migliaia di contribuiti finora versati, provenienti da tutta Italia e dall’estero (da quelli di due o tre euro fino a quelli più rilevanti) hanno permesso di arrivare a una somma complessiva di circa 300.000 euro».
Precisa ancora l’associazione: «Qualora i successivi gradi di giudizio riducano o annullino la pena pecuniaria, la somma raccolta verrà destinata a progetti di accoglienza per migranti e richiedenti asilo in quello stesso territorio calabrese».
Il comitato dei garanti dell’iniziativa ne testimonia la trasversalità nella società civile del nostro Paese: ne fanno parte fra gli altri Marco Tarquinio, direttore del quotidiano della CEI Avvenire, e gli ex magistrati Gherardo Colombo e Armando Spataro.
Si può ancora contribuire donando attraverso il sito di Produzioni dal basso alla pagina web: L’abuso di umanità non è reato. Dona per Mimmo Lucano.
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