di Celeste Ansaldi
La situazione critica rispetto a progetti di accoglienza e di inclusione sociale dei rifugiati in Italia sembra non destare particolare scalpore a livello europeo. Lo si evince da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, chiamata a pronunciarsi in merito a un ricorso presentato da Samsam Mohammed Hussein. La donna, di origine somala, aveva presentato domanda di protezione internazionale in Italia. Dopo aver ottenuto la protezione sussidiaria si era trasferita in Olanda dove, in seguito alla rilevazione delle impronte , vengono a conoscenza della precedente domanda in Italia. La donna fa ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, accusando l’Italia di non averle fornito alcuna assistenza, una volta abbandonato il CARA. La Corte ha considerato il ricorso manifestatamente infondato, perchè il rischio di una condizione economica peggiore in Italia rispetto all’Olanda non è sufficiente per un ricorso, e perchè lo Stato non è obbligato a fornire alloggio e assistenza finanziaria. Inoltre, la Corte considera le lacune del sistema italiano non gravi da poter far pensare a falle sistemiche. Samsam sará trasferita in Italia, dove la aspetta un futuro incerto. Un altro viaggio, con la speranza che possa essere accolta, con i suoi figli, in uno dei progetti SPRAR e che possa trovare anche qui la serenitá che cercava in Olanda.
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