“Viene da chiedersi a cosa serva spendere così tanto denaro nelle operazioni di rimpatrio e più in generale nella macchina repressiva contro la mobilità dei cittadini non europei, laddove è scientificamente dimostrabile che è tutto inutile. Che la gente si sposta da sud a nord e viceversa a prescindere dalle leggi sull’immigrazione e dalla macchina delle espulsioni”, ha scritto Gabriele Del Grande, giornalista, fondatore dell’osservatorio sulle vittime della frontiera Fortress Europe e autore dei libri d’inchiesta e reportage Il mare di mezzo e Mamadou va a morire (entrambi Infinito Edizioni). Vie di fuga lo ha contattato dopo l’uscita dell’ultimo Fran Quarterly Report e gli ultimi comunicati sulle operazioni di Frontex, l’agenzia Ue per il coordinamento della “sicurezza” alle frontiere.
Per i compiti che ha, Frontex quanto alle statistiche che pubblica non può essere considerata una… sede distaccata di Eurostat. I dati diffusi dall’agenzia di Varsavia sono attendibili?
“Sono dati attendibili. Ma devono essere inquadrati nella giusta prospettiva. Ciò che avviene ai confini d’Europa suscita allarme sulla stampa e sui media, ma oltre a questi numeri sui migranti intercettati a caro prezzo bisognerebbe ricordare le centinaia di migliaia di persone che arrivano negli aeroporti con visti turistici che poi vedranno scadere, senza riuscire a convertirli in permessi di lavoro e finendo così nell”illegalità’. Certo, ci sono le barche soccorse nel canale di Sicilia e a Lampedusa; e oggi gli sforzi di Frontex si concentrano soprattutto sul confine orientale, quello fra Grecia e Turchia, dove gli attraversamenti che vengono scoperti sono in forte aumento; e ancora, Frontex organizza le sue operazioni congiunte di rimpatrio con voli charter che fanno scalo in varie capitali europee, da Londra a Madrid a Roma: questi aerei vengono riempiti di espulsi da riportare direttamente nei Paesi d’origine sotto scorta, e con costi altissimi. Ma intanto si stima che nell’Ue vivano tre milioni di persone senza documenti di soggiorno… Così ci si chiede: che senso ha investire tante risorse in una macchina repressiva che alla fine non serve?”.
Frontex è almeno un’agenzia trasparente?
“In nome della trasparenza diffonde sul suo sito Internet rapporti e comunicati in abbondanza, anche se non proprio tutti i rapporti che circolano sui suoi tavoli tecnici (ad esempio, era riservato quello del 2007 su una missione dell’agenzia nella Libia di Gheddafi, Kufra compresa, che io pubblicai). Informa molto su budget e spese e meno su certe missioni. Ma in fondo non ha il grande potere che alcuni le attribuiscono…”.
Vale a dire?
“Frontex ha il compito di coordinare, di tenere insieme le politiche repressive dei governi europei, ma più che una mente è un braccio di questi governi. E quando afferma che l’Italia, Malta e la Grecia nel contrasto all’immigrazione decidono e agiscono sotto la loro responsabilità nazionale, non ha tutti i torti: se l’Italia respinge i migranti e i potenziali richiedenti asilo in Libia, lo fa sotto la propria responsabilità”.
Allegato
Frontex, i numeri (schedina .xls)
Vedi anche:
L’Europa vista da Frontex/ 1: I migranti come variabile dell’illegalità di frontiera
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