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Malta, non erano abbastanza prigionieri: arresti dopo la ribellione nel centro di detenzione

La ribellione che in queste settimane ha sconvolto il centro di detenzione maltese di Safi, con 300 trattenuti, è un segno evidente del fallimento delle politiche europee in tema di gestione dei flussi migratori.

Una protesta nel centro di detenzione di Safi, a Malta.

 

di Agostina Pirrello, da Malta

In queste settimane la polizia maltese ha arrestato 27 migranti per il loro coinvolgimento in una rivolta scoppiata la settimana prima nel centro di detenzione di Safi, mastodontica base militare nel sud-est dell’isola. Durante la colluttazione tra migranti e polizia, un funzionario della sicurezza ha sparato un colpo di fucile ad un migrante, che è rimasto ferito. La notizia è stata riportata sui principali giornali locali in termini che potrebbero far pensare a un tentativo di ironia, se solo la realtà dei fatti non fosse invece drammatica: i detenuti in protesta sono stati puniti con la detenzione, forse colpevoli di non essere prigionieri abbastanza.

Nel centro di Safi sono attualmente presenti più di 300 persone. Le condizioni disumane in cui si trovano sono state documentate di recente da uno dei pochi detenuti del centro cui non era ancora stato confiscato il telefono, il quale ha filmato l’ambiente di estrema precarietà igienica in cui queste persone sono costrette a (soprav)vivere. Il video è poi stato inviato a un amico fuori dal centro di detenzione, il quale lo ha trasmesso al Times of Malta. Data la crudezza delle immagini, non è difficile credere che la lunga detenzione in un luogo simile possa sfociare in un tentativo di ribellione a quello che è il segno evidente del fallimento delle politiche europee in tema di gestione dei flussi migratori.

In un comunicato la polizia ha affermato che intorno alle 2 del mattino la polizia distrettuale, l’unità di intervento rapido, l’unità di intervento speciale e personale delle Forze armate sono intervenuti per controllare i migranti che avevano appiccato dei fuochi e che stavano danneggiando il centro di detenzione.

Negli scontri che sono seguiti all’arrivo delle forze dell’ordine, un migrante è stato colpito con una fucilata da un agente. La polizia ha affermato di aver arrestato l’agente in questione, ma la stampa locale ha enfatizzato il fatto che alcuni membri delle forze dell’ordine hanno riportato gravi lesioni dallo scontro con i migranti.

Malta, 2.200 arrivi di rifugiati e migranti nel 2020

  • Con una popolazione di 441.883 abitanti, Malta è il Paese europeo con la maggiore densità di rifugiati per numero di abitanti.
  • Nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 agosto 2020, 2.162 persone sono arrivate sulle coste dell’isola.
  • Nel corso del 2019, invece, sono 3.406 i migranti approdati sulle coste. I Paesi di provenienza più rappresentati nel 2019 sono stati Sudan, Eritrea e Nigeria.

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Osservatorio Isole è uno spazio di testimonianza in prima persona e di analisi sullo stato di malattia del diritto alla protezione internazionale in Europa, e prende le mosse dall’ultima offensiva militare del regime siriano nella provincia di Idlib e dalla conseguente decisione del presidente turco Erdogan di aprire ai profughi i propri confini verso l’Unione europea, alla fine di febbraio 2020.

Gli articoli e le notizie principali sono a cura di Pietro Derossi (pietro_derossi91@outlook.com), laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino e abilitato alla professione forense. Derossi vive in Grecia dal giugno 2019, dove ha lavorato con diverse ONG impegnate sul campo nell’assistenza legale dei richiedenti asilo nonché per l’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo (EASO). Ha visitato i campi profughi di Samo, Chio e Lesbo, e attualmente risiede a Lesbo. Intende rivolgersi «soprattutto a chi, pur non lavorando nel settore, è cittadino accorto e impegnato a informarsi: costui contribuisce a mantenere intatto il sogno della democrazia».

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