Nel 2020 sono potuti partire in reinsediamento in programmi che hanno avuto l’assistenza dell’UNHCR solo 22.800 rifugiati, un terzo rispetto al 2019. Però 20 Paesi hanno proseguito i loro programmi di resettlement per tutto l’anno, anche adottando modalità innovative.
Nel 2020 sono potuti partire in reinsediamento a livello globale in programmi che hanno avuto l’assistenza dell’UNHCR appena 22.800 rifugiati, contro il milione e 440 mila che ne avrebbero urgente bisogno.
È la cifra più bassa registrata in quasi vent’anni. Il 2019 aveva totalizzato 63.700 rifugiati reinsediati, quasi il triplo (il totale dei rifugiati reinsediati nell’anno in programmi con o senza assistenza dell’UNHCR aveva raggiunto invece le 107.800 unità).
Il crollo del 2020 «deriva dalle quote scarse offerte dagli Stati, nonché dall’impatto della pandemia di COVID-19, che ha ritardato partenze e programmi», spiega l’agenzia ONU per i rifugiati.
Certo il coronavirus ha avuto un impatto pesante, ma l’UNHCR rileva anche (fatto «incoraggiante») come 20 Paesi abbiano proseguito i loro programmi di resettlement smaltendo pratiche e gestendo l’accoglienza per tutto l’anno, in molti casi facendo ricorso a modalità di gestione innovative e flessibili durante la pandemia.
«Abbiamo visto che il reinsediamento dei rifugiati può essere gestito anche nel mezzo di un’emergenza sanitaria mondiale, purché si adottino adeguati protocolli sanitari e di sicurezza», sottolinea Gillian Triggs, “alta Commissaria assistente” UNHCR per la protezione.
Sempre nei programmi che hanno avuto l’assistenza dell’UNHCR, i precari Paesi di primo asilo più interessati alle operazioni di resettlement nel 2020 sono stati nell’ordine il Libano, la Turchia, la Giordania, l’Egitto e il Kenya.
Questi invece i principali Paesi d’origine dei rifugiati reinsediati: Siria, RDC, Mianmar, Eritrea e Sudan. Nell’anno, questi rifugiati sono partiti soprattutto verso gli USA, la Svezia, il Canada, la Norvegia e la Germania.
Un terzo dei rifugiati proposti dall’agenzia ONU per il resettlement sono sopravvissuti a violenze e torture (33%), oltre un terzo hanno bisogni particolari di protezione (35%) e quasi uno su cinque sono donne o ragazze a rischio (18%). Si contano ancora, infine, un 10% di bambini o adolescenti a rischio e un 4% di persone con altre caratteristiche.
Allegati
Il resettlement UNHCR nel 2020 (gennaio 2021, file .pdf)
Il resettlement UNHCR nel 2019 (febbraio 2020, file .pdf)
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