Nove siriani su 10 e sette afghani su 10 sbarcano nelle isole greche in fuga da guerra e violenze: lo conferma un’indagine dell’UNHCR. In Europa “è pressante la necessità di efficaci misure di riunificazione familiare”. Intanto, in tutto il Mediterraneo i rifugiati/migranti under 18 sono ormai un terzo del totale. Nel 2015 non superavano il 25%.
Sbarcano a Chio, Lero, Lesbo e Samo nonostante i pericoli della stagione invernale. E, come da oggi certifica un’indagine condotta dall’UNHCR sulle isole greche, sono in fuga da guerra e violenze: quasi tutti i siriani (il 94% degli sbarcati) e oltre due terzi degli afghani (il 71%). Solo un’esigua minoranza è emigrata per motivi economici o di formazione.
L’indagine, che sarà ripetuta fra sei mesi, è stata condotta a gennaio intervistando un campione di 400 fra richiedenti asilo e rifugiati dei due Paesi appena sbarcati nelle isole. L’obiettivo è sapere di più su questi due gruppi nazionali, per conoscere i motivi di espatrio, i profili socio-culturali e, tempestivamente, i bisogni particolari di protezione.
Donne e minori formano il 51% del gruppo siriano e il 40% di quello afghano.
Quattro siriani su 10 hanno come meta un Paese europeo per riunirsi con le loro famiglie. «Questo fatto, insieme al dato che per il 20% si tratti di membri di famiglie guidate da una donna sola, sottolinea la pressante necessità di efficaci misure di riunificazione familiare», ha affermato a Ginevra Karin de Grujil, portavoce dell’UNHCR.
Il maltempo e l’inverno nello scorso mese di gennaio hanno ridotto gli arrivi in tutto il Mediterraneo: a gennaio gli sbarchi in territorio greco sono stati 68 mila, -40% rispetto al dicembre 2015, mentre nel Mediterraneo centrale, sulla rotta verso l’Italia, 5.600, -42% rispetto a dicembre (anche se i dati del mese in entrambi i settori sono molto superiori a quelli registrati nel gennaio 2015).
Dal 1° gennaio di quest’anno ad oggi sono sbarcate in territorio greco circa 102 mila persone, mentre in Italia 7.900. Completano gli arrivi di rifugiati e migranti nel Mare nostrum i quasi 500 sbarcati in Spagna.
Nel totale dei rifugiati e migranti soccorsi in tutto il Mediterraneo in questo inizio di 2016, spicca la percentuale ormai raggiunta dai minori: il 34%, uno su tre. L’anno scorso bambini e e ragazzi rappresentavano solo il 25% del totale.
Fra gennaio e febbraio hanno già perso la vita in mare, o sono formalmente “disperse”, 406 persone. L’UNHCR ha calcolato che dallo scorso settembre,«quando la morte del piccolo Aylan Kurdi ha attirato l’attenzione di tutto il mondo», due minori al giorno sono morti nel tentativo di attraversare con le loro famiglie le acque del solo Mediterraneo orientale.
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