Dura presa di posizione del Coordinamento Non solo asilo il giorno successivo alla conclusione ufficiale dell’accoglienza per le persone rimaste nel circuito della cosiddetta “emergenza 2011”.
«Avremmo voluto sbagliarci… È vergognoso che 1.300-1.500 persone solo in Piemonte e 13.000 in tutta Italia rischino da oggi di trovarsi in mezzo a un strada. Ci sembra doveroso però anche ricordare che nessun ente gestore è obbligato a gettarle fuori dai centri stasera: coloro che lo fanno, sono gli stessi che sino ad oggi hanno ricevuto per quelle persone come minimo 40 euro al giorno per quasi due anni, cioé circa 27.000 euro per ogni persona, soldi che non sono certo finiti in tasca ai rifugiati».
È la dura presa di posizione diffusa oggi dal Coordinamento Non solo asilo (una rete che unisce una trentina di associazioni torinesi e piemontesi), il giorno successivo alla conclusione ufficiale dell’accoglienza per le persone rimaste nel circuito della cosiddetta “emergenza 2011”.
Aggiunge il comunicato di Non solo asilo, che ricorda la propria scelta di non aver voluto entrare in questo circuito sin dall’inizio: «Siamo solidali con tutti coloro che sono stati ospitati all’interno di questo calderone “Emergenza Nord Africa” e a cui non sono stati dati reali strumenti e possibilità di autonomia in questo lasso di tempo. Siamo pronti, come lo siamo sempre stati, a voler ragionare caso per caso e territorio per territorio, per provare a capire come uscire da questa situazione. Bisogna però smetterla di pensare che la creazione di “parcheggi di persone” sia la soluzione da cui partire per costruire accoglienza ed autonomia».
Il Coordinamento Non solo asilo è nato nell’ottobre 2008 e oggi ne fanno parte: Acmos, Associazione Soomaaliya Onlus, Crescere Insieme, Casa di Carità, CCM, CISV, Cooperativa Alice, Cooperativa Orso, Engim Piemonte, Gruppo Abele, Mary Poppins cooperativa sociale, Mosaico-Azione per i rifugiati, Piam, Società San Vincenzo de Paoli Torino, Ufficio Pastorale Migranti Torino e Migrantes Regionale.
1 commento
condivido la critica alla politica dei “parcheggi di persone”, sia perché si parcheggiano auto non persone, sia perché non c’è politica senza proiezione sul futuro. Ogni iniziativa, anche quella che affronta un’emergenza, deve perseguire un obiettivo “oltre”, altrimenti è improduttiva e può coprire altri interessi