Oggi è terminato il viaggio in Grecia di Papa Francesco, il 35° viaggio apostolico all’estero del suo pontificato, cominciato il 2 dicembre a Cipro e conclusosi oggi, 6 dicembre, ad Atene. Nel suo messaggio conclusivo inviata i giovani “al coraggio della speranza” e lo fa dopo aver ascoltato la storia di un giovane siriano scappato dal suo Paese a causa della guerra.
Il viaggio del Papa ha avuto il suo momento culminante a Lesbo dove il sommo Pontefice ha messo sotto i riflettori internazionali il dramma del popolo dei profughi e rifugiati. «Sono qui per vedere i vostri volti, sono qui per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime». Queste sono le prime parole che Papa Francesco ha detto, andando incontro ai rifugiati ospitati nel nuovo centro di Mytilene, sull’isola di Lesbo.
Sono passati cinque anni dalla prima visita compiuta dal Papa a Lesbo e dopo tutto questo tempo si deve constatare che sulla questione migratoria poco è cambiato. Il Papa non ha esitato a dirlo e ha dichiarato «È triste sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri». Il rimando è ovviamente alla questione polacca e alle parole del Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Papa Bergoglio ha ricordato a tutti che lo sforzo deve essere collettivo e immediato perché la migrazione è un problema del mondo e perché il Mediterraneo la «culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte»
L’attenzione del Papa verso i rifugiati non si è conclusa a Lesbo ma è stata il filo conduttore del suo viaggio durato 5 giorni. Nel suo ultimo giorno, ha incontrato i giovani e ha ascoltato le testimonianze di tre giovani: una ragazza filippina, un’altra giovane di Tinos e un ragazzo siriano. E proprio a partire dalle parole di questi giovanissimi e soprattutto dalle parole di Aboud, siriano 18enne, che ha raccontato la sua esperienza di profugo dalla Siria martoriata, dove con la famiglia ha rischiato più volte la morte tra bombardamenti e attacchi che Papa Francesco ha ribadito ai giovani: «Ci sarà sempre chi vi dirà: “Lascia perdere, non rischiare, è inutile”. Sono gli azzeratori di sogni, i sicari della speranza, gli inguaribili nostalgici del passato. […] Nutrite il coraggio della speranza. Scegliere è una sfida. È affrontare la paura dell’ignoto, è uscire dalla palude dell’omologazione, è decidere di prendere in mano la vita».
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