Sulla base del rapporto di Medu “Porti insicuri” sulle “riammissioni” dai porti italiani alla Grecia, i legali dell’Asgi hanno potuto presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, denunciando numerose violazioni del diritto interno e comunitario.
Testimonianze, “storie”, dati, rapporti. Informano, si spera. Ma a volte servono per provare a cambiare le cose. Come il rapporto di Medici per i diritti umani Porti insicuri sulle “riammissioni” (di fatto, respingimenti immediati) dai porti italiani alla Grecia.
Vie di fuga aveva già segnalato la pubblicazione del documento nel 2013.
Sulla base delle testimonianze raccolte in Porti insicuri, i legali dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) hanno potuto presentare un ricorso circostanziato alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, elencando numerose violazioni del diritto interno e comunitario.
«In otto casi su dieci i migranti riammessi hanno dichiarato di aver cercato inutilmente di comunicare alle autorità italiane la propria volontà di richiedere protezione internazionale o comunque di voler rimanere in Italia per il timore di quanto sarebbe potuto loro accadere in caso di ritorno», ricordano Medu e Asgi.
In particolare «i casi di riammissione di minori non accompagnati raccolti sono stati 26, dei quali 16 si sarebbero verificati nei primi nove mesi del 2013. Solo in quattro casi sono state effettuate le procedure per l’accertamento dell’età prima che venisse eseguita la riammissione».
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