Ricorsi in Cassazione in materia d’asilo: la Suprema corte segnala il «vertiginoso aumento» (da meno di 400 casi depositati nel 2016 agli oltre 10 mila del 2019) a tre anni dal decreto Minniti-Orlando, che in questo tipo di contenzioso ha abolito il grado di Appello.
Da 374 ricorsi in Cassazione del 2016 agli oltre 10 mila del 2019: è il «vertiginoso aumento» del contenzioso di legittimità in materia di protezione internazionale messo in evidenza dalla Relazione del Primo presidente della Suprema corte all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020, nei giorni scorsi.
Hanno trovato una nuova conferma le conseguenze del decreto “Minniti-Orlando” (DL 17 febbraio 2017 n. 13, legge di conversione n. 46/2017).
Come si sa, le decisioni delle Commissioni territoriali per il riconoscimento dell’asilo sono impugnabili di fronte alle “sezioni specializzate” dei Tribunali introdotte dal DL n. 13. Ma di fronte ai decreti di queste ultime è stata abolita la possibilità di ricorrere in Appello, lasciando aperta solo la via estrema (e ancora più incerta) della Cassazione.
Da qui l’aumento esponenziale dei ricorsi alla Suprema corte. L’escalation da 374 a 10 mila e più ricorsi riguarda quelli iscritti e, come si legge nella Relazione, ha comportato «un aggravio considerevole dei ruoli della Prima Sezione civile, tabellarmente competente per la loro trattazione», che ha dovuto riorganizzarsi e farsi aiutare da altre Sezioni.
Quanto ai ricorsi definiti, fra 2017 e 2019 si è passati da 300 ad oltre 3.000, ma di fronte a quelli iscritti è evidente che il numero di casi pendenti a fine anno non ha potuto che aumentare. A fine ’19 i ricorsi pendenti in materia di protezione internazionale/immigrazione erano in tutto circa 12.900, contro i 1.100 di due anni prima.
Tornando ai ricorsi iscritti, quelli in materia d’asilo/immigrazione nel 2017 totalizzavano appena il 3% di tutti i ricorsi in materia di diritto civile presentati in Cassazione. Ma a fine 2019 sono arrivati da soli ad occuparne il 27%, più di uno su quattro.
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