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Protocollo Italia-Albania, Perego (Migrantes): “673 milioni di euro in fumo”

Il commento di mons. Gian Carlo Perego, presidente della CEMI e della Fondazione Migrantes della CEI, dopo che ieri il Senato ha approvato definitivamente il DDL di ratifica del Protocollo Italia-Albania “per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria” sottoscritto a Roma nell’autunno 2023.

«Seicentosettantantatre milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti. Seicentosettantatre milioni di euro che potevano rigenerare non solo la vita di molte persone (3.000), ma la vita anche delle nostre comunità. Seicentosettantatre milioni di euro che avrebbero significato posti di lavoro e un indotto economico».

E’ il commento di mons. Gian Carlo Perego, presidente della CEMI (Commissione episcopale per le migrazioni) e della Fondazione Migrantes della CEI, dopo che ieri il Senato ha approvato in via definitiva il DDL di ratifica ed esecuzione del Protocollo Italia-Albania “per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria” sottoscritto a a Roma nel novembre 2023.

«Seicentosettantatre milioni di euro veramente “buttati in mare” – prosegue mons. Perego – per l’incapacità di governare un fenomeno – quello delle migrazioni forzate – che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno, anche per politiche economiche che non favoriscono – se non con le briciole – lo sviluppo dei Paesi al di là del Mediterraneo. Seicentosettantatre milioni spesi anche perché guardiamo maggiormente a vendere armi – le spese per gli armamenti sono aumentate del 3,7% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, il livello più alto mai registrato (SIPRI) – e a finanziare conflitti – sono 56 gli Stati che nel 2022 si trovavano in situazioni di conflitto armato, cinque in più dell’anno precedente (SIPRI) -, piuttosto che a costruire pace. Uno spreco di risorse pubbliche. Un nuovo atto di non governo delle migrazioni, di non tutela degli ultimi della terra. Una nuova sconfitta della democrazia».

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