18 organismi e associazioni ricordano in una lettera al governo che è urgente «una svolta decisiva rispetto alle scelte passate che hanno visto escludere moltissimi stranieri regolarmente soggiornanti dall’accesso a importanti prestazioni sociali». Quanto al reddito di cittadinanza, fra l’altro deve essere eliminato il requisito della pregressa residenza decennale, che ha impedito in questi anni l’accesso a centinaia di migliaia di cittadini stranieri, compresi i titolari di protezione internazionale.
Assegno unico universale e reddito di cittadinanza: 18 organismi e associazioni, fra cui la Fondazione Migrantes, hanno segnalato in una lettera inviata ieri al dipartimento della Famiglia della Presidenza del Consiglio e ai ministeri delle Pari opportunità e del Lavoro tutti i punti critici che creano trattamenti disuguali fra italiani e stranieri.
Per la misura del reddito di cittadinanza e per il (futuro) assegno unico universale è urgente, si legge nella lettera, «una svolta decisiva rispetto alle scelte passate che hanno visto escludere moltissimi stranieri regolarmente soggiornanti dall’accesso ad importanti prestazioni sociali».
Fra le varie osservazioni, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza si afferma che deve essere eliminato il requisito della pregressa residenza decennale, che ha impedito in questi anni l’accesso a centinaia di migliaia di cittadini stranieri, compresi i titolari di protezione internazionale.
«Dopo l’infinito contenzioso che ha riguardato negli anni recenti l’accesso degli stranieri alle prestazioni familiari (da ultimo il caso dei bonus bebè, finalmente “risolto” con la sentenza della Corte di giustizia dell’UE del 2 settembre 2021 C-350/2020), anche le nuove disposizioni in materia di assegno unico universale (legge delega n. 46/21) o in materia di reddito di cittadinanza mantengono illogiche discriminazioni, che appaiono in contrasto con il diritto dell’Unione e con i principi costituzionali».
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