Sono 634.700 mila le persone che nel 2018 hanno chiesto asilo nel territorio dell’Unione Europea “allargata”. Il dato è in calo del 10% rispetto al 2017. Ma nonostante l'”anomalia italiana” (l’anno scorso sono riuscite a presentare domanda nel nostro Paese nemmeno la metà delle persone che lo avevano fatto nel 2017), continua a testimoniare un elevato bisogno di protezione a livello continentale.
Per il terzo anno consecutivo i richiedenti asilo nell’Unione Europea sono diminuiti, ma non certo a livelli italiani. Nel 2018, secondo un overview annuale diffuso ieri dall’EASO hanno chiesto protezione nei confini dell'”UE+” (come sempre il territorio dell’UE a 28 Paesi, Regno Unito ancora incluso, più Svizzera e Norvegia) 634.700 persone, il 10% in meno rispetto al 2017.
Come è noto, invece, nello scorso anno i richiedenti asilo nel nostro Paese non sono stati neanche la metà di quelli registrati nel ’17 (53.596 contro 130.119): è l’anomalia italiana di fronte a una domanda di protezione che rimane elevata a livello continentale.
Il territorio dell’UE+ sempre l’anno scorso ha visto scendere dal 40% al 34% la percentuale delle decisioni positive in prima istanza, fra status di rifugiato e protezione sussidiaria, rispetto a tutti i richiedenti asilo esaminati. In Italia invece l’indicatore analogo è stato pari a un terzo del dato europeo: il 12% (7% di status di rifugiato più il 5% di protezioni sussidiarie).
Allegato
L’EASO EU+ asylum trends 2018 overview (13 febbraio 2019, file .pdf, in inglese)
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