Quest’anno rischia di essere uno dei peggiori mai registrati per quanto riguarda il numero di uomini, donne e minori costretti a fuggire dai loro luoghi di residenza.
Un milione e 500 mila nuovi rifugiati nei soli primi sei mesi del 2013, contro il milione e 100 mila registrato in tutto il 2012. E quattro milioni di nuovi sfollati interni, sempre fra gennaio e giugno di questo 2013, contro i sei milioni e 500 mila registrati in tutto il 2012.
Per il report dell’Unhcr Mid-Year Trends 2013, pubblicato oggi a Ginevra, l’anno che sta per finire rischia di passare alla storia dei disastri umanitari come uno dei peggiori mai registrati per quanto riguarda il numero di uomini, donne e minori costretti a fuggire dai loro luoghi di residenza. In ogni caso, il primo semestre 2013 è già «uno dei peggiori periodi da decenni per quanto riguarda lo sradicamento forzato».
In particolare il milione e mezzo di nuovi rifugiati è stato causato da guerre come quella in Siria, nella Repubblica Centrafricana, nella Rdc e in Mali, che hanno costretto queste persone a cercare asilo, sottolinea il rapporto dell’Unhcr, soprattutto nei Paesi confinanti.
Se ai dati sopra citati si sommano le 450 mila richieste d’asilo del semestre (una cifra analoga, almeno questa, al dato registrato nel primo semestre 2012), il totale di persone costrette a fuggire dalle loro case nel periodo gennaio-giugno 2013 arriva a circa cinque milioni e 900 mila persone. In tutto il 2012 erano state sette milioni e 600 mila.
Fra i dati diffusi dalla pubblicazione Mid-Year Trends 2013 vi sono anche quelli più recenti relativi ai rimpatri di rifugiati e al resettlement. Nella prima metà di quest’anno sono 189.300 i rifugiati che hanno fatto ritorno ai loro Paesi d’origine, mentre quelli “reinsediati” nei Paesi ricchi dopo una prima, precaria accoglienza nei Paesi confinanti a quelli di origine sono 33.700.
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