Il massacro di Siria continua con il suo retaggio di rapimenti, torture e uccisioni sommarie ad opera di gruppi armati assortiti, come testimonia un dossier appena pubblicato da Amnesty International. Però i siriani in fuga che riescono a presentare domanda di protezione nell’UE continuano a diminuire: lo certificano gli ultimi dati dell’EASO.
Ci stiamo “abituando”, forse, ma il massacro di Siria continua con il suo retaggio di rapimenti, torture e uccisioni sommarie ad opera di gruppi armati assortiti, come testimonia un dossier pubblicato ieri da Amnesty International.
Però i siriani in fuga dal disastro umanitario nel loro Paese che riescono a presentare domanda d’asilo nel territorio dell'”UE+” (l’Unione dei 28 con Svizzera e Norvegia) continuano a diminuire. Nello scorso maggio, periodo degli ultimi dati mensili appena pubblicati dall’EASO, sono stati 28.056, il 12% in meno rispetto ad aprile, quando, a loro volta, erano stati il 9% in meno rispetto a marzo.
E a marzo, il mese dell’accordo UE-Turchia che ha sancito la chiusura della “rotta balcanica” già scattata di fatto nelle settimane precedenti, erano stati il 15% in meno rispetto a febbraio. Mentre ancora a febbraio avevano fatto registrare un più 14% rispetto a gennaio. (Di recente la Commissione Europea ha reso noto che, nelle settimane precedenti l’attuazione dell’accordo, ogni giorno attraversavano il mar Egeo 1.740 migranti. Ma dal 1° maggio la media giornaliera di “attraversamenti irregolari” è crollata a 47 persone).
In totale a maggio hanno chiesto protezione nel territorio dell'”UE+” 99 mila persone, il 5% in meno rispetto ad aprile (e molto al di sotto dei “picchi” mensili registrati in autunno). Rispetto all’ultimo mese sono molto diminuiti anche i cittadini irakeni (-16%), anche se sono aumentati gli afghani (+5%).
Allegato
Latest asylum trends, May 2016 (EASO, giugno 2016, in inglese, file .pdf)
Ancora nessun commento, aggiungi il tuo qui sotto!