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Archivio Tag: respingimenti

A Ventimiglia, “quando il sole cala e l’insicurezza si fa più forte”

Caritas Intemelia, Diaconia valdese e WeWorld hanno aperto nel 2020 una casa di accoglienza nella cittadina ligure dove la Francia respinge 50-100 persone al giorno. Sono 2.300 quelle ospitate in due anni: dopo gli stenti del Mediterraneo o dei Balcani, desiderano solo ritrovare «la dignità di una vita normale senza essere più identificate come “profughi” o “migranti”».  

“A domanda risposta”, Facchini (Altreconomia): “Sui migranti abbiamo ‘già dato’? Ma dove, ma quando?”

Sceso il sipario sul vertice di Ankara, un nuovo incontro nello spazio “A domanda risposta”: risponde alle domande di Vie di fuga Duccio Facchini, direttore della rivista Altreconomia e coautore del libro inchiesta “Respinti. Le ‘sporche frontiere’ d’Europa, dai Balcani al Mediterraneo” (Altreconomia Edizioni, 2022).

Duccio Facchini (Altreconomia): “Sui migranti abbiamo ‘già dato’? Ma dove, ma quando?”

Il silenzio «fragoroso» delle istituzioni italiane di fronte a richieste e denunce sulla gestione delle frontiere esterne. Le tendenze (preoccupanti) che si profilano all’orizzonte. Le verità che emergono dai numeri e che si fa finta di non vedere. Nelle settimane e nei giorni della strage alla frontiera Nador-Melilla (praticamente già finita nell’oblio) e del vertice intergovernativo di Ankara ne abbiamo discusso con Duccio Facchini, direttore della rivista Altreconomia e coautore del recente libro inchiesta Respinti. Le “sporche frontiere” d’Europa, dai Balcani al Mediterraneo.     Duccio Facchini, ecco la nostra domanda numero 1: in questi mesi avete avuto delle reazioni, delle precisazioni da parte delle istituzioni che chiamate pesantemente in causa nelle pagine di Respinti? Pensiamo fra l’altro alla questione dei numeri che “non tornano” sugli sbarchi in Italia (con il vostro mensile siete tornati ad occuparvene ancora di recente), ma anche ai finanziamenti e alle politiche Italia-Libia nel Mediterraneo centrale, alla gestione del confine orientale… «In realtà non c’è stato alcun riscontro significativo ufficiale da parte dei profili istituzionali che sono direttamente coinvolti nel respingere o nel confinare le persone. Proprio sulla questione dati: con noi la Guardia costiera ha sempre avuto un atteggiamento di silenzio fragoroso, negandoci negli anni i report, poi sostenendo che non erano disponibili a causa di “revisioni grafiche in corso”, fino ad arrivare al più classico dei silenzi, sia di fronte alle domande rivolte all’ufficio stampa, secondo i canali canonici dei rapporti con i media, sia di fronte al percorso dell’accesso civico generalizzato. Però

Asilo in Italia: il punto su difficoltà di accesso, respingimenti e ONG nel rapporto AIDA

Fra numerose criticità, la pubblicazione denuncia l’uso delle navi quarantena che, «accanto alle difficoltà di accesso delle associazioni di tutela ai centri di detenzione e agli hotspot, limita la libertà dei migranti e le possibilità di tutela da parte delle ONG».

I campi di confinamento e le responsabilità dell’UE nel convegno di RiVolti ai Balcani

I campi di confinamento come un “sistema internazionale”. L’esternalizzazione del diritto d’asilo (o di quello che ne resta) in Paesi terzi. Le strategie di resistenza tra i migranti che attraversano il Mediterraneo. L’uso della tecnologia nella violazione dei diritti e il “caso Frontex”. Ma anche cinque focus su altrettanti casi-Paese: Turchia, Grecia, Macedonia, Serbia e Bosnia. Se ne discuterà il 7 e 8 maggio al convegno internazionale “I campi di confinamento nel XXI secolo e le responsabilità dell’Unione Europea”, organizzato dalla campagna RiVolti ai Balcani, dalla Rete diritti, accoglienza e solidarietà Internazionale del Friuli-Venezia Giulia e dal Centro di accoglienza Ernesto Balducci in collaborazione con Articolo 21 FVG.  

Est Europa, l’UE sotto attacco della “guerra ibrida” di Minsk. Ma il diritto internazionale muore

Sono ormai migliaia i migranti ammassati in condizioni indicibili alle frontiere che separano l’UE dalla Bielorussia: usati come “arma impropria” dal regime di Aleksandr Lukashenko, ma anche bloccati e respinti dall’Unione in spregio agli obblighi internazionali sull’asilo. In Polonia, singoli cittadini e società civile si sono ribellati con la “resistenza” delle “lanterne verdi”.  ***Ultima ora: la promessa (da mantenere) dell’Alto rappresentante UE per gli affari esteri e la sicurezza Josep Borrell: «Continueranno a guidare le nostre azioni i valori fondamentali, in particolare per quanto riguarda la protezione dei diritti umani dei migranti»***    6.200 migranti “irregolari” sorpresi ad attraversare da gennaio a settembre lungo la frontiera orientale di terra dell’UE. Ma poi, a ottobre, sulla stessa frontiera sempre più sigillata e militarizzata si sono aggiunti meno di 400 attraversamenti. Mentre in questi giorni i migranti bloccati solo al confine fra Bielorussia e Polonia in condizioni indicibili sono ormai circa 2.000. E mentre l’osservatorio Missing Migrants dell’OIM conta già 18 vittime , a partire da agosto, lungo il confine tra Bielorussia e Unione Europea. Può essere “raccontata” con queste poche cifre di fonte Frontex e BBC l’ultima emergenza (leggi vergogna) che l’Europa “unita” ha visto incancrenirsi a partire da luglio nelle sue regioni orientali. A spingere migranti e rifugiati verso ovest, tra foreste e acquitrini, è l’ultimo regime dittatoriale d’Europa, a quanto pare come ritorsione alle sanzioni imposte dall’UE. L’Unione e i suoi governi accusano il presidente bielorusso Lukashenko di usare i migranti come un’arma da «guerra ibrida».  Ma intanto l’OIM

UE, la frontiera orientale nell’autunno dei diritti: stenti, pushback e i primi morti

La frontiera orientale dell’Unione Europea con la Bielorussia ha visto negli ultimi mesi un forte aumento del flusso di rifugiati e migranti che cercano di raggiungere la Lituania, la Lettonia e la Polonia. E oggi entra nell’autunno con testimonianze di “pushback” illegali, di un terribile abbandono nella “terra di nessuno” delle paludi e con le prime vittime: quattro i corpi appena ritrovati sul confine fra Bielorussia e Polonia.

Già 5.600 i pushback sulle frontiere dalla Francia ai Balcani nel 2021

Secondo un nuovo report dell’iniziativa di monitoraggio PRAB, colpisce in particolare l’escalation di respingimenti sommari (pushback) sulla frontiera croato-bosniaca: “solo” 213 respinti a gennaio, 334 a febbraio, 514 a marzo, 697 ad aprile, 859 a maggio e addirittura 1.290 a giugno. Dalla frontiera franco-italiana a quella greco-turca «si riconfermano le violazioni dei diritti, mentre restano chiuse le porte alla giustizia e alla via della responsabilità».

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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