Oggi il Consiglio Europeo ha adottato per gli ucraini in fuga dalla guerra una protezione temporanea collettiva che non richiede di esaminare le loro domande d’asilo una a una. Ma per chi è fuggito dall’Ucraina e ha la cittadinanza di un altro Paese terzo la protezione nel territorio dell’UE rimane solo «opportuna».
Guerra d’Ucraina, nono giorno. Nel Paese ancora sangue, fuga e paura. Fuori, una protezione a doppio standard. «Chiunque fugga da un conflitto deve essere protetto e aiutato e siamo contenti che le ucraine e gli ucraini riceveranno una sollecita protezione. Ma restringendo questa assistenza soprattutto a loro, il Consiglio Europeo ha manifestato tutti i limiti della solidarietà dell’Europa». Così Amnesty International per voce di Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di questa ONG presso le istituzioni europee, ha commentato la decisione con la quale il Consiglio oggi ha adottato, per le persone in fuga dalla guerra, una protezione temporanea collettiva che non richiede di esaminare le loro domande d’asilo una a una.
«La decisione del Consiglio Europeo – ha aggiunto Geddie – significa che le ucraine e gli ucraini in cerca di salvezza in Europa otterranno rapidamente il permesso di soggiorno e potranno lavorare, ottenere un alloggio adeguato, assistenza sociale, cure mediche e istruzione. Ora spetta agli Stati membri decidere se estendere questa protezione a tutte le persone in fuga dall’Ucraina. Chiediamo che chiunque scappi dal conflitto ucraino sia trattato in modo equo».
Il testo ufficiale della decisione del Consiglio, infatti, afferma che sarebbe solo «opportuno» concedere protezione ai cittadini di Paesi terzi diversi dall’Ucraina che ne sono fuggiti a partire dal 24 febbraio (v. nell’allegato a questa news).
La protezione temporanea decisa oggi era stata proposta due giorni fa dalla Commissione Europea e si fonda sulla direttiva n. 55 del 2001, che ha stabilito le norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di profughi.
La direttiva risale a oltre vent’anni fa. Per Amnesty, la decisione odierna del Consiglio Europeo prova che l’Europa ha a disposizione già da tempo tutti gli strumenti per proteggere immediatamente chi è stato messo in fuga da una guerra, «mentre il cosiddetto modello della “Fortezza Europa” è una scelta su basi politiche».
Purtroppo, «il fatto che la direttiva sia applicata per la prima volta principalmente a beneficio dei cittadini e delle cittadine dell’Ucraina mostra che l’approccio europeo è pieno di doppi standard».
I NUMERI/ Un milione e 200 mila rifugiati in una settimana, 9.000 in Italia
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Allegato
Il testo ufficiale della decisione del Consiglio (4 marzo 2022)
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