Una manifestazione franco-italiana organizzata dalla rete Torino per Moria in accordo con la rete internazionale Un ponte di corpi si terrà questo sabato, 6 marzo, a Claviere con gli attivisti di Tous Migrants. L’appello è rivolto «a tutte le persone che hanno a cuore i diritti umani e la giustizia».
«La rete “Torino per Moria” fa proprio il manifesto Un ponte di corpi promosso da Lorena Fornasir, attivista sulla rotta balcanica tra Bosnia e Trieste, e aderisce prolungando idealmente il “ponte” dalla Bosnia fino al confine tra il Piemonte e la Francia, dove i numerosi tentativi di attraversamento sono spesso respinti con brutalità, anche nei confronti di minori. Noi donne di “Torino per Moria” ci mettiamo in ascolto di altre donne lontane che consegnano a tutti noi la vita dei loro figli. Accogliere e curare è mettere al mondo la vita ogni giorno: la cura per l’altro è il filo rosso che può tenere insieme, da una parte all’altra del mondo, i legami spezzati dalla guerra, dai disastri ambientali e dalla miseria».
Una manifestazione franco-piemontese organizzata da Torino per Moria in accordo con la rete internazionale Un ponte di corpi si terrà questo sabato, 6 marzo, al confine italo-francese con gli attivisti francesi di Tous Migrants.
«L’appuntamento è alle 12.00 nel parcheggio della chiesetta di Claviere – spiegano gli organizzatori -. Di lì ci muoveremo in fila indiana verso il confine (senza intralciare la viabilità sulla nazionale), dove intorno alle 14.00 ci saranno collegamenti telefonici con le altre frontiere».
Il Piemonte è in “zona arancione” per la pandemia di COVID-19, ma al momento «tutte le verifiche fatte confermano la possibilità di manifestare anche regionalmente in zona arancione».
Si legge ancora nell’appello per l’iniziativa: «Noi donne diciamo no alla violenza dei respingimenti che non consentono neppure la legittima presentazione delle domande di asilo. No al razzismo e alla discriminazione, che da sempre conosciamo. Sì al diritto insito in ogni corpo di potersi muovere e andare dove ritiene di poter vivere una vita degna. Noi gridiamo al mondo che non c’è giustizia quando migliaia di esseri umani muoiono a causa dei confini: malediciamo quelle strisce di terra o di mare perché sono sporche del sangue dei migranti respinti, torturati e deportati. Il 6 marzo saremo in tante e tanti ad accorrere sui confini, ad attraversarli, a ribellarci alla disumanità, costruendo un movimento di solidarietà insieme a tutte le persone che hanno a cuore i diritti umani e la giustizia».
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