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L’immigrazione, la clandestinità, la Primavera Araba al Torino Film Festival

Locandina del 30° TFF

Il 23 novembre 2012 si aprirà nella città sabauda il 30° Torino Film Festival. Fra le decine e decine di film e documentari selezionati trovano spazio le tematiche dell’immigrazione, dell’esilio, della clandestinità. A cui quest’anno si aggiungono una serie di lavori sulla Primavera Araba e sulla guerra civile siriana.

Eravamo già stati preparati dal Moving TFF, la rassegna di avvicinamento al festival promossa da UCCA e da Arci, condotta  a Torino nel mese di ottobre 2012, in cui sono stati proiettati “Welcome” di Philippe Lioret e “Solo questo mare” di Rosella Schillaci. Il primo è un film sui disperati tentativi di attraversare il canale della Manica da parte di un ragazzino curdo di nome Bilal e il secondo è un docu-fiction sul viaggio da Lampedusa a Torino di un gruppo di rifugiati somali, sudanesi ed etiopi che si ritrovano a occupare e a vivere in un ex clinica abbandonata. Entrambi i lavori sono stati presentati nella sezione “Due o tre cose che so di Torino”.

Nelle fila dei lavori che si potranno invece vedere fra il 23 novembre e il 2 dicembre 2012, nei tre cinema torinesi legati al TFF (cinema Massimo in via Verdi, cinema Lux nella Galleria San Ludovico e cinema Reposi in via XX settembre), la tematica dell’immigrazione e dell’esilio è affrontata nelle sfaccettature più diverse, aiutandoci a ricordare che la fuga dal proprio paese di origine può avere le più diverse motivazioni.

Per chi si trovasse a Torino nei giorni del TFF segnaliamo i seguenti film, documentari e cortometraggi (clicca qui per il programma completo e per i luoghi delle proiezioni):  

Made in ash (martedì 27 ore 17.30; mercoledì 28 ore 12.00; giovedì 29 ore 22.15) di Iveta Grófová (Repubblica Ceca/Slovacchia, 2012, DCP, 84’)
Dorota vive in un paesino della Slovacchia con la famiglia e fa progetti con il fidanzato. La mancanza di lavoro la costringe a cercare fortuna in Repubblica Ceca, dove la attendono i turni in una fabbrica tessile e la rinuncia a tutti i suoi sogni. Sospesa tra ostinazione a non mollare, rassegnazione e qualche speranza, l’opera prima della documentarista Ivet.

After the battle (sabato 24 ore 11.00; martedì 27 ore 19.00; mercoledì 29 ore 17.00) di Yousry Nasrallah (Egitto/Francia, 2012, 35mm, 122’)
Dopo gli scontri del 2 febbraio 2011 in piazza Tahir, una benestante e illuminata rivoluzionaria e un cavaliere povero e manipolato stringono un forte legame. Yousry Nasrallah (al Tff nel 2004 con La Porte du soleil) racconta la primavera araba con uno stile nervoso e diretto, debitore sia del documentarismo che del neorealismo di stampo rosselliniano, e con uno sguardo rigorosamente “dall’interno”.

Terra di mezzo (lunedì 26 ore 9.45; mercoledì 28 ore 20.00; giovedì 30 ore 14.45) di Matteo Garrone (Italia, 1996, 35mm, 78’)
La giornata degli immigrati nell’Italia degli anni 90, in tre episodi: le prostitute nigeriane alla periferia di Roma, gli albanesi sul ciglio della strada, un benzinaio egiziano abusivo. Esordio rivelazione di Matteo Garrone, che capisce gli umili e filma già a metà fra documentario e senso pittorico dell’inquadratura. 

I don’t speak very good, I dance better (lunedì 26 ore 19.30; martedì 27 ore 9.45; mercoledì 28 ore 14.30) di Maged El Mahedy (Egitto/Italia, 2012, DigiBeta, 80’)
Egitto, Il Cairo: il dramma del fratello e della sorella di Maged, gravemente malati, si rispecchia nella rivoluzione in corso, minacciata dalle contraddizioni interne e dall’emergenza sanitaria. Dramma intimista, thriller politico, reportage giornalistico, ma soprattutto film musicale, sui passi dei grandi Mahmud Reda e Farida Fahmy, alla ricerca dello spazio/tempo estatico del derviscio.

Ai confini del regime (domenica 25 ore 10.00; mercoledì 28 ore 22.00; giovedì 29 ore 14.30) di Antonio Martino (Italia, 2012, HDCam, 74’)
Il duro e toccante racconto della “Primavera siriana” è racchiuso nelle immagini registrate da centinaia di cellulari, segretamente tradotti oltreconfine a rischio della vita. Sono già 20.000 i rifugiati in Turchia, dove i ribelli hanno organizzato la resistenza mediatica al feroce regime di Assad, che inizia a perdere uomini: anche molti soldati e ufficiali stanno disertando.

The pixelated revolution (domenica 25 ore 10; mercoledì 28 ore 22.00; giovedì 29 ore 14.30) di Rabih Mroué (Libano, 2012, video, 22’)
Il regista teatrale, attore e scrittore Rabih Mroué, sotto forma di una “lezione non accademica” a partire dalle immagini raccolte con i cellulari e diffuse sui social media nella rivolta siriana, si e ci pone delle questioni necessarie sul rapporto tra le immagini (virtuali?) e i corpi (reali?) della rivoluzione. Una cassetta degli attrezzi capace di darci degli utensili indispensabili per vedere il mondo contemporaneo.

La nave (domenica 25 ore 14.45; lunedì 26 ore 11.15; martedì 27 ore 11.30)  di Roland Sejko (Italia, 2012, HDCam, 80’)
All’inizio del marzo 1991, all’orizzonte della costa adriatica dell’Italia meridionale, fecero la loro apparizione alcune navi cariche di uomini, donne e bambini: segnarono l’inizio del cosiddetto “Esodo degli Albanesi”. Mai nella storia del dopoguerra si era vista una fuga di massa di quelle dimensioni. Chi erano? Da cosa scappavano? E dove sono oggi, 20 anni dopo?

The earthquake (domenica 25 ore 22.30; venerdì 30 ore 22.30; sabato 1 ore 17.30) di Danielle Lessovitz (USA, 2012, HDCam, 10’)
Esuli haitiani in un appartamento di New York, il ricordo del terremoto, una ragazza incinta, i giochi dei bambini per scacciare la paura. Un film a contatto con la pelle dei personaggi, capace di evocare la tragedia ma soprattutto di privilegiare i segni di vita di un mondo nascosto.

Tenir les murs (domenica 25 ore 19.45; mercoledì 28 ore 22.15; sabato 1 ore 22.00) di Mehdi Meddaci (Francia, 2011, DCP, 56’)
Un gruppo di arabi francesi, la sospensione dello spazio urbano in terra straniera, il ritorno ad Algeri come sogno che unisce le generazioni. A partire da un’installazione, l’artista franco-algerino Mehdi Meddaci riflette in termini puramente visivi sull’idea di esilio e trova una personale forma di cinema sociale con uno sguardo attonito, militante e idealmente vicino a Pedro Costa.

Buon anno Sarajevo (sabato 24 ore 22.15; lunedì 26 ore 17.30; martedì 27 ore 11.45) di Aida Begic (Bosnia/Germania/Francia/Turchia, 2012, DCP, 90’)
Una coppia di orfani di guerra nella Sarajevo di oggi. La sorella maggiore, un tempo scapestrata, deve fare i salti mortali per mantenere l’affido del fratellino che, invece, fa di tutto per mettersi nei guai. Un dramma rigoroso, che dribbla gli stereotipi del genere e racconta con calda energia la complessa realtà odierna della ex Jugoslavia. Candidato all’Oscar per il miglior film straniero.

Ritratti (mercoledì 28 ore 22.15; venerdì 30 ore 9.30; sabato 1 ore 12.00) di {movimentomilc} (Italia, 2012, MiniDV, 11’)
L’emigrazione come un viaggio, scelta o costrizione. Il viaggio che scardina chiusure e isolamenti. Ritratti di donne, interlocutrici privilegiate come riferimento per una vita possibile.

Buona visione! 

 

 

 

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