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Il Denmark Refugee Board

Nel 2012, in base a quanto rilevato dall’UNHCR, in Danimarca sono state inoltrate 6.140 richieste di asilo. Si parla di un aumento del 61% rispetto alle domande registrate nel 2011. Di queste, a circa il 33% è stato concesso lo status. Attualmente risiedono nel Paese più di 11.000 rifugiati.

1. I luoghi

Appena arrivati in Danimarca è possibile inoltrare la propria domanda di protezione internazionale tramite il servizio di polizia, direttamente in uno dei centri di accoglienza (il più importante è il Sandholm Centre) o attraverso una dichiarazione scritta da rilasciare al Danish Immagration Service.

2. Le istituzioni

Danish Immigration Service (Udlændingestyrelsen) Servizio Immigrazione danese, è l’organo che si occupa dell’esame delle domande di asilo inoltrate nel Paese

Refugee Appeals Board (Flygtningenævnet), è l’organo che si occupa dei ricorsi dei richiedenti asilo le cui domande sono state respinte dal Danish Immagration Service

Danish Refugee Council (Dansk Flygtningehjælp), è un organizzazione umanitaria, privata ed indipendente, fondata nel 1956, che racchiude al suo interno 33 associazioni. Opera in diverse parti del mondo ed è in Danimarca si occupa principalmente di aiutare i richiedenti asilo e coloro la cui domanda è stata rigettata

Ministry of Refugee, Immigration and Integration Affairs

3. La procedura

Una volta inoltrata la richiesta di protezione internazionale spetta alla Divisione Nazionale Stranieri raccogliere tutti i dati relativi all’identità del richiedente, alla sua condizione nel Paese di origine e alla descrizione del viaggio effettuato per arrivare in Danimarca. Vengono inoltre prelevate le impronte digitali da inserire nel database europeo previsto dal Regolamento di Dublino. Attraverso questa operazione è possibile verificare che il richiedente non abbia inoltrato domanda di protezione in altri stati europei.

Il Danish Immigration Service è l’istituzione che effettua l’intervista del richiedente asilo. Si avvale del supporto di un interprete e durante il colloquio è autorizzato a fare domande sul Paese di origine e sulla storia personale.

Al richiedente, una volta preso in carico dallo Stato danese, viene rilasciata una White Card, la quale prova la legalità del suo soggiorno nel territorio del Paese. Se la domanda dovesse essere respinta, il richiedente può fare ricorso tramite il Refugee Appeals Board. Quando una domanda viene rigettata perché manifestatamente infondata viene trasmessa al Danish Refugee Council, che rilascia una dichiarazione sul caso, la quale può essere favorevole al riconoscimento o negativa. Se concorda con il Danish Immigration Service, la domanda viene definitivamente rigettata, altrimenti si porta la questione in appello per la decisione finale. In questo caso si hanno 7 giorni di tempo per abbandonare il paese, eccetto emergenze, dove viene chiesto l’allontanamento immediato. Il Ministero della Giustizia può concedere un permesso temporaneo per motivi umanitari a coloro a cui è stato negato l’asilo. I minori non accompagnati, essendo una categoria vulnerabile, godono di una procedura semplificata e vengono accolti in strutture apposite con personale qualificato.

Durante l’esame della domanda, il richiedente viene accolto in una sistemazione privata se le condizioni fisiche e psicologiche lo rendono necessario. Il Danish Immigration Service mette a disposizione un assegno in grado di coprire le spese di trasporto per eventuali cure e per recarsi agli incontri per l’esame della domanda. Per le situazioni non ritenute di vulnerabilità, i richiedenti  viene accolto in strutture come il Sandholm Center, gestito dalla Croce Rossa Danese, che ha funzione di centro di espulsione e di accoglienza rifugiati. Anche coloro che vivono nei centri hanno diritto ad un assegno che copra le spese per i trasporti e il cibo, laddove non vi sia servizio mensa . Viene stipulato un contratto a cui il richiedente deve attenersi, in cui si impegna a partecipare alle attività del centro e ai corsi organizzati. In caso di negligenza, il Danish Immigration Service può decidere di ridurre l’aiuto economico garantito. Fino a quando non viene riconosciuto lo status non si ha la residenza e non si è coperti dal Servizio Sanitario Nazionale, ma vengono comunque garantite le cure necessarie, urgenti o palliative. Nei centri vi lavora personale qualificato, tra cui psicologi e psichiatri. I bambini ricevono ogni 14 giorni un kit con all’interno frutta, bibite e dolci.

4. L’accoglienza

Manifesto di un evento organizzato dal Dansk Flygtningehjælp

Una volta che la richiesta è stata accettata, il richiedente diventa rifugiato e riceve una documentazione scritta in cui vengono elencati i suoi diritti e i suoi doveri. Il permesso ottenuto è valido 5 anni. E’ il Danish Immigration Service a decidere dove dovrà risiedere il titolare dello status in base alle quote di stranieri presenti in ogni municipio, per rendere più semplice l’integrazione. Ai rifugiati viene rilasciato il passaporto solo nei casi in cui la persona è senza documenti, altrimenti un documento di viaggio.

5. Il programma di resettlement

La Danimarca ha istituito il suo programma di resettlement nel 1979. La quota di rifugiati inseriti annualmente nel programma è di 500 persone. Si distingue, perciò, come uno dei paesi europei più generosi in questo ambito. Il governo danese copre tutte le spese del viaggio e viene garantita una residenza temporanea valida per 4 anni e un permesso per svolgere attività lavorative. Allo scadere dei 4 anni previsti, il rifugiato può richiedere la residenza permanente. Il programma di integrazione finanziato dal governo prevede corsi di lingua, cultura e storia danese, provvede all’assistenza e a creare percorsi personalizzati per la ricerca di un impiego. E’ della durata di 3 anni.

6. Criticità

Il Rapporto Annuale di Amnesty International del 2013 solleva il problema della detenzione di persone vulnerabili, vittime di tortura e minori non accompagnati allo scopo di controllare l’immigrazione in Danimarca. Inoltre, sono stati 180 i siriani a cui non è stato concesso lo status di rifugiato. Viene anche messo in evidenza il rifiuto dello status, da parte delle autorità, per i cittadini di paesi in cui è possibile essere perseguitati per il proprio orientamento sessuale, con la motivazione che in questi casi basti nascondere e non ostentare la propria sessualità.

FONTI:

http://www.nyidanmark.dk New to Denmark, portale ufficiale per gli stranieri e l’integrazione

http://www.drc.dk Danish Refugee Council

http://www.unhcr.org Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

www.dublin-project.eu

http://rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Danimarca_0.pdf Rapporto Annuale di Amnesty International, scheda paese, Danimarca

http://www.unhcr.org/3c5e57b07.html Il programma di Resettlement in Danimarca

 

 

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