Da luglio 2017 è attivo il progetto pilota Pueri cofinanziato dall’UE e dal ministero dell’Interno che si propone di sperimentare una metodologia di intervento multidisciplinare per migliorare l’attuale sistema di accoglienza dei MSNA. A dicembre una delegazione della Commissione Europea si è recata a Trapani per monitorare l’andamento del progetto che a febbraio 2018 si chiuderà.
Nel 2017 secondo i dati del Ministero dell’Interno sono 15.731 i MSNA sbarcati sulle coste italiane. Un dato in discesa rispetto al 2016 (25.846 al 31/12/16) che rispecchia le politiche di contenimento italiane ed europee ma che conferma le linee di un fenomeno importante e non sottovalutabile. Pueri nasce quindi con la volontà di affrontarlo e di promuovere delle azioni di contrasto del fenomeno degli allontanamenti arbitrari e del reclutamento dei MSNA nei circuiti illegali, quali le vittime di tratta e di sfruttamento.
I MSNA negli Hotspot: quali garanzie?
Il progetto Pueri prevede per i MSNA che vengono accolti negli hotspot di Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto un percorso di accompagnamento strutturato in quattro fasi e condotto da un team specialistico composto da un assistente sociale e uno psicologo, coadiuvati da un mediatore culturale. Un primo colloquio di valutazione della situazione del minorenne verrà effettuato al suo arrivo in hotspot e la stessa équipe incontrerà il minore, per altre tre volte, nella struttura di prima accoglienza.
Si tratta di una sperimentazione che coinvolge solo una parte dei minorenni che arrivano nel nostro Paese ma un esito positivo della sperimentazione potrebbe rendere l’intervento sistematico, garantendone la fruibilità a tutti i minori accolti negli hotspot.
L’iniziativa e i suoi riferimenti
L’iniziativa del Ministero dell’Interno – approvata dalla Commissione Europea e finanziata con risorse del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione ( FAMI) – è denominata Progetto PUERI ed è gestita dalla Fondazione nazionale degli Assistenti sociali e dal Centro Informazione e Educazione allo Sviluppo (CIES), per quanto riguarda i mediatori culturali. Gli assistenti sociali e gli psicologi impegnati nelle attività sono stati selezionati tra professionisti che operano da tempo nel settore e sono coordinati da responsabili nazionali di progetto. Uno stretto raccordo con le Prefetture di riferimento (Agrigento, Ragusa, Trapani e Taranto) sarà garantito dall’attività delle unità operative presso le quattro sedi prefettizie che assicureranno uno stretto collegamento tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti in un’attività di elevato livello specialistico e complessità.
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