Presentato a Roma il Rapporto 2010-2011 dello Sprar. Da gennaio a fine settembre 2011 la rete di enti locali ha accolto 4.865 persone. Nel 2011 sono 450 i posti destinati all’accoglienza delle situazioni di “vulnerabilità”: minori soli, genitori soli con bambini, malati, vittime di tortura e violenze.
Da gennaio a fine settembre 2011 la rete di enti locali dello Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati) ha accolto 4.865 persone, per lo più uomini (76%), provenienti soprattutto da Afghanistan (13,7%), Somalia (13,1%), Eritrea (10,8%), Nigeria (7,6%) e Pakistan (5,9%). Tra i beneficiari, coloro che hanno ricevuto la protezione sussidiaria sono maggioritari (34% del totale) rispetto ai titolari di protezione umanitaria (16%), così come rispetto alla componente dei rifugiati (20%), mentre i richiedenti protezione internazionale rappresentano il 30% degli accolti. I dati sono contenuti nel Rapporto annuale 2010-2011 dello Sprar presentato ieri a Roma.
Per quanto riguarda la rete Sprar (nel complesso una “buona pratica estesa” che realizza a livello locale e parziale ciò che in altri Paesi industrializzati è offerto a livello nazionale a tutti i richiedenti asilo e rifugiati), in questo 2011 è composta da 151 progetti territoriali che fanno capo a 128 enti locali, per una capacità di accoglienza che rimane invariata rispetto al biennio precedente, vale a dire 3.000 posti. Di questi, 2.500 sono dedicati alla presa in carico delle cosiddette “categorie ordinarie” – uomini soli, donne sole e nuclei familiari – e 450 sono destinati all’accoglienza delle situazioni di “vulnerabilità”: minori non accompagnati, genitori soli con bambini, persone che necessitano di assistenza sanitaria specialistica e prolungata, vittime di tortura e violenza. Per la prima volta i restanti 50 posti sono specificatamente riservati a persone “vulnerabili” dal punto di vista della salute mentale.
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