Accoglienza e “decreti sicurezza” in una realtà locale del Nordest: secondo una ricerca, il Trentino sta rinunciando a quanto costruito negli ultimi dieci anni in tema di accoglienza, compreso l’effetto “moltiplicatore” di ogni euro speso per i migranti. L’indagine, presentata oggi, è stata pubblicata nella collana Quaderni della Fondazione Migrantes. On line su Vie di fuga il Quaderno integrale.
Qual è stato l’impatto socio-economico del primo “decreto sicurezza” sul sistema di accoglienza di una realtà locale quale il Trentino? Prova a rispondere la ricerca Il tramonto dell’accoglienza. La gestione delle dinamiche di accoglienza della Provincia Autonoma di Trento prima e dopo il decreto sicurezza e immigrazione, pubblicata nella collana Quaderni della Fondazione Migrantes (Tau Editrice, pp. 84, euro 15,00) e che è stata presentata oggi pomeriggio in un evento on line.
L’indagine è stata commissionata all’istituto Euricse da una rete di organismi trentini composta da Arcobaleno, Centro Astalli Trento, Atas del Trentino, CGIL del Trentino e Kaleidoscopio. Curatori, Paolo Boccagni e Serena Piovesan dell’Università di Trento, Giulia Galera dell’Euricse e Leila Giannetto dell’istituto torinese FIERI.
I dati del territorio
Nella prima parte della ricerca emerge come in Trentino, fino all’entrata in vigore del “decreto sicurezza” n. 113 dell’ottobre 2018, esistesse un sistema di accoglienza ben funzionante, basato sul coordinamento di circa 20 enti gestori (in particolare organizzazioni non profit) da parte del Cinformi.
Il numero dei Comuni interessati dall’accoglienza straordinaria è andato ampliandosi negli anni: 42 nel 2016, 65 nel 2017 e 69 a fine 2018. Due terzi del totale dei richiedenti asilo sono però sempre stati ospitati a Trento e Rovereto.
Il 2018 ha visto un cambio di tendenza per il numero di richieste di asilo in Trentino, come nel resto d’Italia, con la conseguente riduzione di persone accolte e una diminuzione delle strutture ospitanti: 84 strutture nel 2019 contro le 170 dell’anno precedente.
Il decreto e la voce di chi accoglie
Come è noto, i principali cambiamenti introdotti dal DL 113/2018 riguardano la cancellazione del permesso di protezione umanitaria, la trasformazione del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) in Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (SIPROIMI) e la cancellazione dei servizi di integrazione per i richiedenti asilo: cambiamenti accompagnati da un sostanziale taglio delle risorse dedicate all’accoglienza.
L’analisi qualitativa dell’indagine, basata su 27 interviste e due focus group dedicati agli aspetti cruciali dell’abitare e del lavoro, porta in primo piano il punto di vista delle realtà direttamente e indirettamente coinvolte nell’offerta di servizi ai richiedenti asilo e rifugiati per quanto riguarda l’accesso ai servizi di welfare locale, il mercato del lavoro, la coesione sociale e l’impatto territoriale.
«Dalle interviste emerge che il Trentino sta rinunciando con considerevole superficialità a quanto costruito negli ultimi dieci anni facendo assegnamento sulla forte vocazione comunitaria e solidale del territorio e sulla capacità di innovare – riassume il team di ricercatori. – Le recenti scelte politiche in materia di accoglienza sono dettate da una visione di brevissimo periodo. A medio e lungo termine questo approccio rischia di penalizzare fortemente gli stessi territori ospitanti e i servizi territoriali a causa della crescente marginalità sociale e dei costi indiretti più alti che ne derivano per le istituzioni».
L’impatto economico dell’accoglienza…
Secondo i risultati dell’“analisi di impatto” riferita al 2016 – anno con il massimo delle presenze –, la spesa pubblica per l’accoglienza dei migranti ha contribuito a generare lo 0,03% del valore della produzione dell’economia trentina, con un’attivazione di oltre nove milioni di euro distribuiti in particolare tra commercio, alloggio e ristorazione, sanità e assistenza sociale, oltre a trasporto e prestazioni professionali.
Inoltre, guardando alle ulteriori ricadute sulle attività produttive in termini di beni e servizi intermedi e di consumi finali indotti, lo studio evidenzia che ogni euro speso per l’accoglienza ha generato complessivamente nel sistema economico trentino quasi due euro di valore della produzione (1,96), portando il totale da 9,4 a 18,5 milioni di euro.
… e quello della non-accoglienza
Nel capitolo dedicato alle conseguenze economiche della mancata accoglienza, a fronte di un risparmio di spesa emerge che i potenziali costi diretti e indiretti generati dalla riduzione dei servizi di accoglienza, orientamento al lavoro e integrazione rischiano di superare significativamente i benefici.
Basti pensare al mancato prelievo fiscale legato al calo delle assunzioni di richiedenti asilo, all’aumento di costi a carico delle strutture di accoglienza a bassa soglia e di quelli per la fornitura di generi di prima necessità, al rischio di aumento delle fragilità socio-sanitarie cui i servizi territoriali devono rispondere, tra i quali gli accessi impropri al pronto soccorso. Senza contare i licenziamenti di operatori qualificati, spesso giovani laureati trentini, con una conseguente dispersione delle competenze acquisite.
«Minori sono le risorse e competenze che riusciamo a dedicare alle persone più fragili, maggiori saranno le risorse che dovremo investire in assistenza e in spese sanitarie, finendo spesso col mantenere le persone in uno stato di dipendenza e marginalità che fa male ai diretti interessati ma anche alle comunità nel suo complesso» – ha sottolineato Mariacristina Molfetta della Migrantes -. Il nuovo Quaderno lo illustra con chiarezza, e noi speriamo che una maggiore consapevolezza in questo senso aiuti ogni territorio a riorientare le scelte politiche e organizzative senza esitazioni, ritornando a una concezione delle politiche sociali come motore e anima del bene comune».
Allegati
Il tramonto dell’accoglienza, il testo integrale (file .pdf, 545 kbyte)
Il tramonto dell’accoglienza, copertina e quarta di copertina (file .pdf, 218 kbyte)
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