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Albania, “nuovo” CPR di Gjader, conclusa la missione del TAI

«Nei primissimi giorni di operatività sono stati registrati diversi episodi drammatici e fortemente indicativi: alcune delle persone trasferite hanno messo in atto atti di autolesionismo, si segnala difficoltà nell’accesso all’assistenza legale, è stata rilevata l’assenza di una comunicazione chiara preventiva sul trasferimento forzato, sono state osservate e riportate modalità di trasporto non rispettose della dignità delle persone».

 

(Foto TAI 2025)

 

«Nei primissimi giorni di operatività sono stati registrati diversi episodi drammatici e fortemente indicativi: alcune delle persone trasferite hanno messo in atto atti di autolesionismo, si segnala difficoltà nell’accesso all’assistenza legale, è stata rilevata l’assenza di una comunicazione chiara preventiva sul trasferimento forzato, sono state osservate e riportate modalità di trasporto non rispettose della dignità delle persone. Emblematico, in tal senso, che le persone siano state fatte viaggiare e poi sbarcate con le mani legate da fascette, in violazione delle disposizioni che disciplinano il trasferimento delle persone private della libertà personale».

Una delegazione del Tavolo asilo e immigrazione (TAI) ha concluso una missione in Albania finalizzata al monitoraggio indipendente del trasferimento e trattenimento di migranti nel CPR di Gjader, dopo i cambiamenti introdotti con il DL37/202. 

Nella prima settimana di attivazione del nuovo CPR, insieme a parlamentari italiani ed europei si sono effettuati incontri con le autorità in loco, accessi ai luoghi di detenzione, sono state raccolte testimonianze e sono state verificate le condizioni operative.

«I dati emersi si articolano su due livelli – informa l’ASGI in una nota -. In primo luogo si conferma una valutazione fortemente critica del modello nel suo impianto generale: la decisione di trasferire coattivamente persone già sottoposte a trattenimento in Italia in un CPR delocalizzato fuori dai confini nazionali, rappresenta un’evidente forzatura delle norme europee e costituzionali e implica gravi violazioni in termini di diritto alla difesa, all’asilo, all’unità familiare e alla libertà personale. In secondo luogo, nel corso del monitoraggio l’attenzione è stata rivolta ad osservare e valutare le prime modalità concrete di attuazione della nuova funzione del centro, che appaiono gravemente problematiche».

Collegamenti

“In Albania calpestati i diritti delle persone e i principi del nostro sistema giuridico”: il comunicato TAI del 12 aprile (file .doc)

CPR Albania, rebus e criticità: un migrante già riportato in Italia: da Avvenire (14 aprile 2025)

 

 

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