di Andrea Tremolada e Roberto Defant
Un rifugiato è una persona che ha dovuto lasciare il proprio Paese perché la sua vita era in pericolo. Non ha scelto liberamente di abbandonare casa e famiglia. Ha lasciato la sua vita con la consapevolezza che probabilmente non sarebbe più tornato, che non avrebbe più rivisto nessuna delle persone a lui care. Il viaggio, con tutti i pericoli che rappresenta, è per una meta sconosciuta. Per gli ospiti della struttura “ex-Gorio”, della Cooperativa River Equipe che lavora in stretta sinergia con l’Associazione Volontarius ONLUS, l’approdo è stato l’Italia, prima Lampedusa e poi Bolzano. La Provincia Autonoma di Bolzano ha gestito l’emergenza organizzando un servizio gestito direttamente da un “Soggetto attuatore”, nella persona del dottor Karl Tragust, esperto proveniente dal sociale, che ha collaborato con tutti gli Enti, le Istituzioni del territorio per organizzare al meglio la presenza di queste persone.
Dignità e lavoro
Ecco, appunto, parliamo di persone. Noi sappiamo che ognuno è importante. Non per le sue capacità, le sue caratteristiche; il valore di una persona è dato esclusivamente dalla sua esistenza. Non importa chi sei, da dove vieni, che cosa fai e in che cosa credi. Ognuno di noi è una risorsa. Gli ospiti delle strutture gestite della Volontarius hanno, fin da subito, avuto la possibilità di frequentare corsi italiano, in alcuni casi di vera e propria alfabetizzazione. Per tutti sono state immediatamente avviate le pratiche necessarie alla ricerca di lavoro che è il primo e più importante obiettivo per ognuno dei nostri ospiti. Nessuno di loro vuole essere un “peso”, nessuno di loro cerca un “mantenimento”. Tutti desiderano solo avere un opportunità di vita “normale”. Per tutti sono stati creati progetti per l’accesso alla formazione professionale, a stage in aziende del territorio che, per alcuni, si sono anche trasformate in assunzioni.
Pronti a dare una mano
Sono state proposte attività che favorissero la conoscenza del territorio, della cittadinanza, degli usi e costumi locali. Sotto questo punto di vista i nostri ospiti hanno partecipato, come volontari, a una serie di iniziative a favore della Circoscrizione del quartiere Centro, Piani, Rencio, dove è situata la struttura di accoglienza a Bolzano, quali la pulizia del sottopasso ferroviario da scritte ed imbrattamenti, la manutenzione e pulizia della struttura che, da novembre ad aprile, ospita il dormitorio per “l’Emergenza Freddo” per le persone senza dimora e la collaborazione con la locale Sezione ANA nell’organizzazione dell’Adunata degli Alpini del 2012. Gli ospiti della struttura gemella, la Fischerhaus di Vandoies di Sotto, si sono prestati, durante tutto l’inverno, alla pulizia delle strade del paese spalando la neve, che lì cade copiosa, intervenendo anche nelle primissime ore del mattino, a partire dalle 4. Intensi e coinvolgenti sono i rapporti con i residenti. Molto spesso i “ragazzi” vengono invitati a casa delle persone del paese per incontri, merende, feste e ricorrenze. La comunità parrocchiale ha organizzato una cena, nel periodo natalizio, alla quale tutti hanno partecipato, indipendentemente dal credo religioso degli ospiti.
Tra molotov e Nobel
Vi è stato anche un momento difficile, quando, proprio a Vandoies, sono state lanciate tre bottiglie molotov contro la casa. In quell’occasione le testimonianze di indignazione e solidarietà sono giunte, oltre che dalle autorità politiche ed istituzionali, anche e soprattutto dalla gente, da tutti coloro che hanno imparato, attraverso l’impegno della conoscenza reciproca, che il valore della persona va ben oltre quello della semplice ospitalità. Diventa necessità di giustizia. Abbiamo avuto anche il grande onore e la gioia di ricevere in visita, che egli stesso ha dichiarato “di solidarietà”. il premio Nobel per la Pace del 1980, Adolfo Pérez Esquivel invitato a Bolzano dal Centro per la Pace cittadino. Ha visitato la mostra di oltre 100 quadri che i nostri ospiti hanno realizzato all’interno grazie all’iniziativa di Peter, volontario dell’Associazione, ed esposti per più di un mese presso la Libera Università di Bolzano. Durante la visita presso la struttura di accoglienza ex-Gorio, Esquivel ha incontrato gli ospiti, si è intrattenuto con loro e, salutandoli, ha ricordato che “nessuno è isolato, siamo tutti insieme, il dolore di uno è il dolore di tutti”.
Arte e vita
Nello stesso periodo, giugno 2012, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, alcuni di questi quadri sono stati esposti in Piazza Walther, il salotto buono della città. La cittadinanza ha avuto la possibilità di fermarsi, sedendosi ai tavolini, parlare con gli ospiti magari prendendo spunto dai loro quadri, ascoltando così storie, vite, dolori, aspettative alle quali noi possiamo dare risposta. La dignità delle persone sta nella sua stessa esistenza. La responsabilità della nostra felicità è da dividere esattamente tra tutti. La fine di una emergenza, benché dichiarata, non diventi allora la causa di altrettanta solitudine e sofferenza trasformando persone in cerca di vita, in persone senza dimora, senza relazioni e senza giustizia.
Ancora nessun commento, aggiungi il tuo qui sotto!