Un esodo di 300 persone con brevissimo preavviso e senza tener conto dei percorsi di inclusione avviati e vissuti. E 150 beneficiari di protezione umanitaria che rischiano di finire nella marginalità… E’ uno dei “grandi centri”, certo, e quindi per la sua stessa impostazione non è stato uno dei servizi migliori che il sistema di accoglienza italiano offre ai richiedenti asilo. Ma secondo il Tavolo Asilo Nazionale i modi con cui si sta chiudendo il CARA di Castelnuovo di Porto (Roma) suscitano «sconcerto e indignazione». Riportiamo il comunicato-appello diffuso ieri dalle associazioni del Tavolo. ***Con aggiornamento 29 gennaio 2019***
Il Tavolo Asilo esprime sconcerto e indignazione per la modalità con cui è gestita la chiusura del C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto, il secondo centro più grande d’Italia. Ancora una volta stanno emergendo le contraddizioni e l’inadeguatezza delle misure adottate nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
Con brevissimo preavviso, ad oltre 300 persone ospiti del centro, tra cui 14 minorenni, è stato comunicato che saranno obbligate a lasciare la struttura entro il 31 gennaio. I primi trasferimenti fuori regione sono iniziati già ieri e continueranno nei prossimi giorni, senza tener conto dei percorsi d’inclusione, scolastici, lavorativi e di formazione, intrapresi. Tra gli ospiti del centro, inoltre, ci sono uomini e donne ai quali, a causa del trasferimento, sarà impedito di proseguire i percorsi di riabilitazione e di cura per le violenze subite in Libia.
Non tutti, però, troveranno accoglienza altrove: sono circa 150 i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari ai quali la legge non garantisce alcuna soluzione alternativa e che rischiano di finire nella marginalità, lasciati per strada, tra questi diversi vulnerabili. Spiace constatare che ancora una volta non è tenuto in alcuna considerazione l’interesse delle persone e delle comunità coinvolte.
Facciamo appello al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento – oltre che alle istituzioni locali – affinché sia garantita a tutte le persone coinvolte una valutazione individuale dei percorsi di integrazione avviati ai fini del trasferimento in strutture nel territorio e non fuori regione; che sia garantita a tutti i minorenni iscritti a scuola la continuità del percorso di istruzione e che nessuno sia lasciato per strada.
Per il Tavolo Asilo Nazionale: A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Associazione Papa Giovanni XXIII, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CIR, CNCA, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Intersos, Legambiente, Médecins du Monde-Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia, Save the Children, Senza Confine.
Collegamento
***Aggiornamento 29 gennaio 2019: “CARA modello inadeguato, ma che non giustifica il fatto di trasferire i rifugiati come pacchi”: un contributo su Lavoce.info***
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