Sono 26 le nuove emergenze dichiarate dall’UNHCR e 43 quelle gestite in totale dall’Agenzia nel 2024, fra le quali 17 ereditate dall’anno precedente. Sono ben nove, un numero “record”, le dichiarazioni di emergenza legate al clima per soccorrere le persone in fuga e le comunità ospitanti in Africa, Asia e America Latina.
Una famiglia in cammino nel territorio di Panama. Malgrado sia una delle più pericolose “giungle” del mondo, il Darién rimane una zona di transito per migliaia di rifugiati e migranti (foto UNHCR).
Nel 2024 l’UNHCR ha dichiarato 26 nuove emergenze, sette delle quali al livello più grave. Complessivamente l’Agenzia ONU per i rifugiati ha risposto o gestito 43 emergenze, fra le quali 17 ereditate dal 2023.
Il 2024 impact report. Response to new emergencies and protracted crises (Risposta alle nuove emergenze e alle crisi prolungate) appena pubblicato riferisce che, per il secondo anno consecutivo, l’UNHCR ha esteso la propria risposta di emergenza alla brutale guerra in Sudan e al suo impatto regionale.
Un’altra dichiarazione di emergenza è quella che è servita a proteggere e a fornire aiuti salvavita ai rifugiati e agli sfollati in Libano e Siria.
«Gli eventi meteorologici estremi – afferma inoltre l’UNHCR -, in particolare le forti piogge e le gravi inondazioni, hanno costretto l’UNHCR al numero record di nove dichiarazioni di emergenza legate al clima in un solo anno – circa una su tre di quelle dichiarate nel 2024 – per soccorrere le persone in fuga e le comunità ospitanti in Africa, Asia e America Latina. I disastri legati al clima hanno colpito le aree che già ospitavano rifugiati e sfollati a causa della guerra, aggravando le epidemie e distruggendo i mezzi di sussistenza e le infrastrutture critiche».
Nello scorso anno, inoltre, l’UNHCR ha rafforzato gli sforzi in tutta l’Africa per garantire l’inclusione delle popolazioni costrette alla fuga in risposta all’epidemia di vaiolo e ha incrementato le operazioni per affrontare le crisi in corso e cresciute di intensità nella Repubblica Democratica del Congo, in Mianmar, in Ucraina e nel Darién.
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