Eurostat e Unhcr aggiornano le statistiche europee e globali sull’asilo. L’Ue nel 2013 ha concesso una forma di protezione a quasi 136.000 richiedenti asilo, l’Italia a 14.500. Ma su scala mondiale le persone sradicate a forza dai luoghi in cui vivevano hanno raggiunto i 51,2 milioni: una cifra mai raggiunta nell'”era” inaugurata dalla fine della Seconda Guerra mondiale.
Fra prima istanza e decisioni finali in sede di ricorso, nel 2013 l’Italia ha “concesso” protezione a 14.465 richiedenti asilo: 3.085 status di rifugiato, 5.625 protezioni sussidiarie e 5.755 protezioni umanitarie. Per numero di concessioni siamo al quarto posto nell’Unione europea, preceduti dalla Francia (16.200 decisioni di protezione), dalla Germania (26.100) e dalla Svezia (ben 26.400). Questi i dati-chiave di un aggiornamento statistico europeo pubblicato da Eurostat nei giorni scorsi.
Sempre nel 2013, ancora in Italia, le domande d’asilo respinte sono state il 40% in prima istanza (in tutto 9.175 su un totale di 23.565 domande d’asilo esaminate; per quanto riguarda le decisioni finali in sede di ricorso, secondo Eurostat i casi esaminati sono stati meno di 100, 75 dei quali si sono conclusi con una decisione positiva).
Nell’anno l’Ue a 28 Paesi ha concesso protezione (status di rifugiato, protezione sussidiaria o umanitaria) a un totale di 135.700 richiedenti asilo, contro i 116.200 del 2012. Nel 2013 le nazionalità di provenienza di questi rifugiati sono soprattutto quella siriana (poco meno di 36.000, un quarto del totale), afghana e somala.
A livello dell’Unione, le percentuali di accoglimento rispetto a tutte le domande d’asilo sono state il 34% in prima istanza e il 18% in istanza finale.
Resettlement europeo, piccoli numeri
Eurostat ha anche pubblicato le statistiche non esaltanti sui rifugiati accolti in resettlement nell’Ue l’anno scorso: in tutto 4.840 persone. A livello nazionale si distinguono in qualche modo solo la Svezia (1.820) e il Regno Unito (965 rifugiati accolti). Seguono la Finlandia (675), la Danimarca (515), l’Olanda (310) e la Germania (280). Fatta eccezione per il Belgio, la Francia e l’Irlanda (rispettivamente 100, 90 e 85 rifugiati “reinsediati” nel loro territorio), tutti gli altri Paesi, Italia compresa, sono a quota zero. Fuori Ue invece si segnala il quarto Paese scandinavo, la Norvegia, con 955 rifugiati in resettlement.
Le cifre globali: mai così alte
Intanto il rapporto Global trends 2013 dell’Unhcr permette di collocare immediatamente l’Europa “in scala” con ciò che sta accadendo nel resto mondo, dove a fine dicembre 2013, per la prima volta nell'”era” inaugurata dalla fine della seconda Guerra mondiale, le persone sradicate a forza dai loro luoghi di residenza hanno raggiunto in totale i 51,2 milioni: sei milioni in più rispetto alla fine del 2012. Buona parte dell’aumento è legato alla guerra civile in Siria, un disastro umanitario che da solo ha prodotto 6,5 milioni di sfollati interni e 2,5 milioni di rifugiati all’estero. Ma nuovi, grandi numeri sono stati registrati anche in Africa, specialmente nella Repubblica Centrafricana e in Sudan.
Del totale di 51,2 milioni di persone sradicate a forza a livello globale fanno parte 33,3 milioni di sfollati interni (un “Paese” di medie dimensioni come la Spagna o la Colombia), 16,7 milioni di rifugiati (i principali Paesi che li hanno accolti e se ne fanno carico come possono sono il Pakistan, 1,6 milioni, l’Iran, 857.000, e il Libano, 856.000, non certo quelli europei) e infine 1,2 milioni di richiedenti asilo (qui, peraltro, è diventata la Germania il Paese che ha ricevuto il maggior numero di nuove domande d’asilo).
Fra i richiedenti asilo il 2013 ha visto 25.300 minori non accompagnati (soprattutto afghani, sud-sudanesi e somali) che hanno chiesto protezione in 77 Paesi: «È il numero più elevato mai registrato da quando l’Unhcr ha iniziato a raccogliere questi dati, nel 2006».
A livello globale sono poco più di 98.000 i rifugiati “reinsediati” in 21 Paesi. Ma le cose non vanno meglio sul fronte dei rimpatri volontari di rifugiati: nel 2013 sono stati meno di 415.000, uno dei risultati annuali più deludenti in quasi un quarto di secolo.
Nei 51,2 milioni di persone sradicate a forza, avverte infine l’Unhcr, non sono compresi gli apolidi, stimati per il 2013 in 3,5 milioni.
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