Per una riforma del sistema d’asilo, la rete nazionale Europasilo lancia un concreto appello-proposta articolato in sei punti e da oggi aperto alla sottoscrizione degli enti di tutela attuatori dei progetti SIPROIMI-ex SPRAR, agli enti del terzo settore e a tutti gli operatori «dell’accoglienza diffusa, integrata ed emancipante».
«È tempo di unire la voce, è tempo di difendere l’accoglienza e il diritto d’asilo, uniti». La rete nazionale Europasilo ha deciso di farlo con un forte e concreto appello-proposta diretto al mondo politico, articolato in sei punti e da oggi aperto alla sottoscrizione degli enti di tutela attuatori di progetti SIPROIMI-ex SPRAR, agli enti del terzo settore e a tutti gli operatori «dell’accoglienza diffusa, integrata ed emancipante».
È il momento giusto per un’iniziativa come questa, afferma in una lettera aperta Europasilo, che da anni promuove la formazione, il dibattito e l’elaborazione di pratiche di accoglienza diffusa e integrata: «Con il decreto 113/2018 lo SPRAR ha perso il suo carattere di sistema unico, che accoglie e integra sia i richiedenti che i titolari, e oggi diverse realtà si trovano a contrapporsi a trasferimenti e uscite, tanto illegittime giuridicamente quanto socialmente insensate e rischiose».
Ma «dopo mesi di silenzio della politica, anche grazie a chi tra noi non ha accettato le prescrizioni delle recenti circolari, una nuova attenzione mediatica sta finalmente portando alla luce le conseguenze dei cosiddetti “Decreti sicurezza”, in termini di produzione di una nuova marginalità ed esclusione, della precarizzazione dei diritti, della riduzione della capacità di contrasto a traffico e sfruttamento, della ricattabilità sociale e dell’invisibilità dei migranti».
Così, prosegue la lettera di Europasilo, «nell’attuale fase politica in cui Governo, ministero (dell’Interno, ndr) e Parlamento si apprestano a ridiscutere i contenuti dei Decreti, occorre uno sforzo di lucidità e coraggio che ci porti, finalmente, ad essere rete nazionale e a rifiutare l’illusione di una continuità tra ciò che è stato lo SPRAR e ciò che oggi è il SIPROIMI. Il secondo non solo non è più un sistema unico ed esclude persino chi vi ha fatto accesso prima dell’entrata in vigore del D.lgs 113/2018, ma rinuncia alla sussidiarietà tra enti locali e enti di tutela».
Le sei proposte, i “perché”, i dati-chiave e l’“agenda”Questi i sei punti proposti da Europasilo per una riforma del sistema d’accoglienza italiano (v. sotto negli Allegati il file “Le proposte”): 1. Ripristinare un sistema unico di accoglienza integrata e diffusa per tutti/e: richiedenti e titolari di protezione; 2. Superare il modello emergenziale CAS (Centri di accoglienza straordinaria); 3. Prevedere una programmazione nazionale che consenta un piano di ripartizione che coinvolga tutti i Comuni; 4. Aprire canali legali per l’ingresso dei richiedenti/titolari di protezione e contrastare il traffico degli esseri umani; 5. Incardinare il sistema di accoglienza nel welfare ordinario (ruolo delle Regioni e distretti socio-sanitari); 6. Reintrodurre la protezione umanitaria. |
Enti e operatori possono aderire all’iniziativa sottoscrivendola entro il 15 febbraio al recapito mail: europasilo@gmail.com con l’oggetto “Riforma del sistema asilo – Per un’accoglienza integrata e diffusa”, indicando ragione sociale e i progetti attuati dall’ente o la propria singola adesione.
Poi, entro la fine di febbraio, Europasilo intende promuovere «una giornata nazionale come quella di Parma del 2018, dove far arrivare questa proposta ai decisori, prima che troppo tardi, prima che la rassegnazione abbia avuto il sopravvento».
Allegati
Per la riforma del sistema d’asilo: la lettera aperta (file .pdf)
Per la riforma del sistema d’asilo: le proposte (file .pdf)
Ancora nessun commento, aggiungi il tuo qui sotto!