La fondazione della Cei, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2014, chiede all’Italia di darsi un vero sistema di protezione. Perché oggi (nonostante Mare Nostrum e la lezione di accoglienza della Sicilia) l’improvvisazione e la discrezionalità frammentano «il percorso di chi arriva in sistemi paralleli» e non danno «nessuna certezza rispetto a quando la richiesta d’asilo sarà considerata dalla Commissione territoriale, se si verrà o meno inseriti in un progetto SPRAR, se si avrà o meno la residenza, se si avranno o meno problemi per il rinnovo della tessera sanitaria e del permesso di soggiorno, se si andrà in un progetto FER o altro dopo il riconoscimento da parte della Commissione, o in una casa occupata o in mezzo alla strada…».
«L’augurio che la Migrantes formula in questa Giornata internazionale è che il 2014 possa essere per l’Italia l’anno che offre l’occasione del passaggio da un situazione di tutela discrezionale a un sistema unico programmato ed uniforme di asilo che aiuti a superare paure e incertezze, ridando un rinnovato slancio al lavoro di protezione internazionale. La crescita e lo sviluppo del nostro Paese deriva anche dalla crescita e dallo sviluppo di sistemi e programmi condivisi di tutela e valorizzazione dei migranti».
Un nuovo slancio al diritto d’asilo, ma anche crescita, sviluppo. La riflessione diffusa dalla Fondazione Migrantes per la Giornata mondiale del rifugiato che si celebra domani, 20 giugno, guarda oltre la cronaca. Ma non perde di vista il dovere dell’analisi e della proposta concreta.
Accolti dove, come? E chi lo sa?
Secondo la Fondazione, i 50.000 migranti e richiedenti asilo sbarcati dal 1° gennaio in Sicilia hanno fatto emergere, nonostante numeri in realtà ben «gestibili» in un Paese con 60 milioni di abitanti e 8.000 comuni, «la carenza di un reale sistema nazionale di prima e seconda accoglienza per persone, famiglie, minori non accompagnati», e questo nonostante l’0perazione Mare Nostrum e la lezione di accoglienza che hanno dato i porti e le città della Sicilia.
L’improvvisazione e la discrezionalità attuali, infatti, frammentano «il percorso di chi arriva in sistemi paralleli (qualcuno finisce in CARA e CAS e accoglienze sbarchi, qualcuno nello SPRAR, qualcun altro da nessuna parte)» e non danno «nessuna certezza rispetto a quando la richiesta d’asilo sarà considerata dalla Commissione territoriale (talora improvvisata), se si verrà o meno inseriti in un progetto SPRAR, se si avrà o meno la residenza, se si avranno o meno problemi per il rinnovo della tessera sanitaria e del permesso di soggiorno, se si andrà in un progetto FER o altro dopo il riconoscimento della Commissione, o in una casa occupata o in mezzo alla strada».
Prima di chiedere le “quote” all’Europa
Invece, secondo la Migrantes un vero sistema di protezione dovrebbe prevedere un tavolo nazionale e tavoli regionali di concertazione (con la partecipazione di organizzazioni di volontariato ed enti ecclesiali…); 50.000 posti per una pronta accoglienza (10-15 giorni) dei richiedenti asilo, non solo al Sud ma in tutte e 20 le regioni italiane; e una seconda accoglienza in uno SPRAR rinnovato che possa gestire dai 20.000 ai 50.000 posti, «superando nel bando la volontarietà degli enti locali, e distribuendo invece i posti in tutte le regioni, secondo la popolazione, il Pil e il reddito».
Solo allora, avverte ancora la Fondazione, «avremo le carte in regola per cominciare a chiedere all’Europa un superamento del regolamento “di Dublino” che stabilisca quote per ogni Paese in base a criteri oggettivi. La drammatica situazione che i richiedenti asilo e rifugiati vivono in Italia chiede una maggior condivisione in Europa delle operazioni di salvataggio in mare attivate con Mare Nostrum, ma non basta. È necessario che anche l’Italia finalmente aderisca a programmi di resettlement e a politiche europee per aprire canali umanitari, per non lasciare le persone e famiglie che fuggono dal loro Paese in mano ai trafficanti».
Collegamento
Superare l’improvvisazione per un Sistema d’asilo nazionale di accoglienza e protezione (Fondazione Migrantes, giugno 2014)
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