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I sommersi e i salvati: “Soldi e sostegno alla ‘guardia costiera’ libica, anno quarto: ma come è possibile?”

L’appello I sommersi e i salvati, a pochi giorni dal rifinanziamento della missione italiana in Libia votato alla Camera e dalla scoperta di “nuovi” orrori nelle acque del Mediterraneo, chiede lo stop ai fondi per la cosiddetta “guardia costiera” libica, la chiusura dei centri di detenzione e corridoi umanitari sull’esempio di quelli che, su piccola scala, già oggi realizzano organismi internazionali e realtà di ispirazione cristiana. Lunedì 27 luglio, nel pomeriggio, a Roma è stata indetta una manifestazione di piazza. ***Aggiornamento: per la registrazione video della manifestazione cliccare qui ***

Anche la campagna Io accolgo ha aderito all’appello I sommersi e i salvati lanciato in questi giorni da Luigi Manconi, Roberto Saviano e Sandro Veronesi e sottoscritto da intellettuali, ONG, associazioni e numerosi “semplici” cittadini per chiedere la sospensione degli accordi dell’Italia con la Libia.

“Tanto per capirci”

«Giovedì 16 luglio – si legge nell’appello – la Camera dei deputati, per il quarto anno consecutivo, ha approvato il finanziamento della missione italiana in Libia, che prevede in particolare il sostegno economico alla cosiddetta guardia costiera libica e l’attività di formazione e addestramento dei suoi componenti  Lo consideriamo un atto gravissimo.  Per capirci, la guardia costiera libica è quella che non ha raccolto la richiesta di recupero del cadavere dell’uomo fotografato da Sea Bird. Ed è sempre la stessa che, ormai da anni, è parte dell’organizzazione del traffico di esseri umani che passa attraverso la Libia; e ancora, è il corpo militare che non soccorre chi fa naufragio e che riporta i sopravvissuti nei centri di detenzione. Questa è l’attività criminale che l’Italia ha deciso di continuare a finanziare».

«Gli uomini, le donne e i bambini che prendono il mare dalle coste libiche fuggono da situazioni di estrema miseria, regimi dispotici, persecuzioni tribali, conflitti etnici, guerre crudeli e catastrofi ambientali – si legge ancora nel testo -. E una volta arrivati in Libia sono sottoposti a un sistema di violenze, estorsioni, detenzione inumana, sevizie, stupri e torture. Le testimonianze sulle violazioni dei diritti umani che avvengono quotidianamente in un Paese lacerato dalla guerra civile sono univoche e provengono dagli organismi internazionali, dalle agenzie umanitarie e da tutte le fonti di informazione».

Roma 27 luglio, letture in piazza

I firmatari dell’appello I sommersi e i salvati propongono così all’opinione pubblica e alle istituzioni tre obiettivi, che corrispondono ad altrettante «irrinunciabili urgenze»: lo stop ai fondi alla guardia costiera libica; la chiusura ed evacuazione dei centri di detenzione, con il trasferimento dei migranti fuori dalla Libia; e infine corridoi umanitari per garantire alle persone in fuga di trovare protezione senza mettere a repentaglio la propria vita.

Ancora dal testo: «L’Italia, d’intesa con altri Stati europei, deve promuovere una grande operazione umanitaria per il trasferimento e il reinsediamento nei Paesi di accoglienza delle persone evacuate: così come avviene da anni, se pure per gruppi ristretti, grazie all’opera di organizzazioni internazionali e realtà private di ispirazione religiosa».

Per l’appello completo e le adesioni on line è disponibile questo link. Ma i promotori hanno anche indetto una manifestazione lunedì 27 luglio a Roma, in piazza San Silvestro, alle ore 18.00, con letture di Ascanio Celestini, Valentina Carnelutti, Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco.

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