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Libia, bombardamento e decine di morti nel lager per migranti: le ultime dal “Paese sicuro”

Un attacco aereo ha investito il centro di detenzione per “migranti illegali” di Tajura (Tripoli). Il Governo di accordo nazionale libico accusa il generale Haftar. Ma intanto Amnesty International denuncia che le parti in conflitto continuano ad adoperare armi importate in violazione dell’embargo deciso dall’ONU nel 2011. ***Aggiornamenti: 53 i morti, liberi di andarsene i 350 sopravvissuti***

2019, armi pesanti per la “battaglia di Tripoli”: da dove arrivano? (immagine Amnesty International).

Un attacco aereo che questa notte ha investito il centro di detenzione per “migranti illegali” di Tajura alla periferia est di Tripoli, in Libia, ha ucciso forse decine di persone e ne ha ferite altre 80, secondo fonti del governo tripolino. È l’ultima, terribile “novità” dal cosiddetto “Paese sicuro” sulla sponda Sud del Mediterraneo.

Il governo del presidente al-Sarraj ha accusato del bombardamento le forze nemiche del generale Khalifa Haftar.

Ma intanto, a tre mesi dall’inizio dell’ultima guerra civile per il controllo di Tripoli (già 100 mila i civili sfollati dall’inizio di aprile), Amnesty International denuncia oggi che la vita e la sicurezza di un milione e 200 mila abitanti della capitale libica rischiano la vita, poiché le parti in conflitto continuano ad adoperare armi importate in violazione dell’embargo deciso dall’ONU nel 2011.

«L’embargo sulle armi avrebbe dovuto proteggere la popolazione civile della Libia – afferma Magdalena Mughrabi, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord -. Ma stati come la Giordania, gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia lo stanno violando clamorosamente, fornendo armi sofisticate, veicoli blindati, droni e missili teleguidati. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve agire con urgenza per far rispettare l’embargo e le parti in conflitto devono rispettare il diritto internazionale e cessare di mettere in pericolo i civili».

Amnesty ricorda di aver denunciato, fin dall’inizio della “battaglia di Tripoli”, violazioni del diritto internazionale umanitario, «compresi possibili crimini di guerra», da parte sia dell’”Esercito nazionale libico” di Haftar che delle forze del “Governo di accordo nazionale” riconosciuto dalla comunità internazionale.

***Aggiornamenti – 7 luglio: i morti in seguito all’attacco aereo al centro di Tajura sono in tutto 53, circa 130 i feriti – 9 luglio: il governo di Tripoli ha liberato i 350 detenuti sopravvissuti.***

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by Mauro Biani – Repubblica
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