«Sento cose che non si possono dire perché non si trovano le parole per dirle…»: papa Bergoglio, 1° ottobre 2014 in Vaticano, alla delegazione di superstiti e familiari del naufragio del 3 ottobre 2013 nelle acque di Lampedusa: 368 morti accertati fra migranti e potenziali richiedenti asilo, più una ventina di dispersi…
La “lezione” del 3 ottobre ha prodotto l’operazione Mare Nostrum (quasi 100 mila le persone soccorse secondo il Viminale, fra cui 9.000 minori), ma questo non è stato sufficiente. Per Amnesty International, solo in questo 2014 non ancora concluso oltre 2.500 persone partite dall’Africa del Nord sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo in modo “irregolare”; nel 2013 le vittime erano state “solo” 600. Per l’Unhcr le vittime del 2014 sono almeno 3.000, mentre per il Missing Migrants Project dell’Oim quelle accertate sono 3.072: il Mediterraneo è la frontiera più letale del mondo (vedi il planisfero riportato sopra).
L’Unhcr ha stimato che nel primo semestre di quest’anno ha perso la vita in mare circa l’1% dei migranti/profughi che hanno tentato la traversata. Ma negli ultimi tre mesi, luglio, agosto e settembre, la possibilità di non farcela è raddoppiata, superando il 2%.
Ricordando l’anniversario di Lampedusa, Unhcr, Amnesty e Oim hanno ripetuto ancora una volta numerose proposte ragionevoli. Nella loro (nella nostra) impotenza.
Collegamenti
Un anno dopo: le iniziative del 3 ottobre a Lampedusa (fonte Redattore sociale)
“Perché oggi non sarò a Lampedusa” (fonte Cir, 3 ottobre 2014)
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