Nel “diario” delle sciagure nelle acque del Mediterraneo durante il mese appena trascorso non c’è solo il naufragio della Costa Concordia. Alle sue vittime (17 morti e 15 dispersi) bisogna aggiungere almeno altre 22 vittime “del mare” e decine di dispersi.
Il disastro e l'”evento” – 13 gennaio 2012, acque dell’Isola del Giglio: 17 morti accertati e 15 dispersi nel naufragio più assurdo e mediatico della storia della marineria italiana. La sciagura della Costa Concordia acquista per settimane una posizione di testa nell’homepage del sito Internet della Protezione civile (oltre, naturalmente, al diritto di apparire in forma di plastico a Porta a porta di Bruno Vespa).
55 dispersi e 18 morti nella flottiglia allo sbando – 17 gennaio 2012, al largo di Khums (Libia): la Capitaneria di Porto di Misrata trova un gommone con un cadavere a bordo, quello di un giovane. Da un fortunoso ponte telefonico emerge che il natante era carico di 55 migranti (e potenziali richiedenti asilo) somali che ad risultano dispersi. La guardia costiera libica ha poi informato l’Unhcr che nei giorni scorsi 15 cadaveri (12 donne, 2 uomini e una bambina, tutti identificati come somali) sono stati ritrovati sulla costa, e in più sono stati recuperati altri 3 corpi. “L’imbarcazione faceva parte di un gruppo di quattro imbarcazioni salpate probabilmente dalla costa tra Zlitan e Khums, a est di Tripoli, probabilmente il 14 gennaio – ha informato Fortress Europe, il primo servizio d’informazione italiano a dare notizia del gommone ritrovato al largo di Khums -. Due delle imbarcazioni (rispettivamente con 25 e 90 passeggeri a bordo) sono state soccorse il 15 gennaio dalla guardia costiera maltese. Lo stesso giorno una terza barca con 72 persone a bordo era stata soccorsa dalla guardia costiera italiana 40 miglia a Sud di Lampedusa”.
Uomini in fuga – 9 gennaio 2012, Nador (Marocco, nei pressi dell’enclave spagnola di Melilla): in località Atalayoune vengono ritrovati i corpi senza vita di 3 giovani africani annegati. In zona viene poi ritrovato un quarto cadavere. Un testimone afferma di aver visto quest’ultimo inseguito, a terra, dalle forze ausiliarie marocchine che pattugliano la frontiera. “Forze ausiliarie che – informa ancora Fortress Europe – non sarebbero intervenute una volta che l’uomo è caduto in mare”.
“I nostri interminabili litorali, infestati da tanti fantasmi di naufraghi, possiedono una particolarità” (Francisco Coloane, Naufragi, Guanda 2004).
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