All’ultima lista sono stati aggiunti sei Stati. Colpisce in particolare la “promozione” di Colombia e Camerun, due Paesi classificati fra i Paesi al mondo più precari per quanto riguarda gli indicatori di pace e sicurezza interna, ma anche dell’Egitto, che si trova fra gli ultimi Paesi dell’area “media” del Global Peace Index.
Il ministero degli Esteri ha aggiornato al rialzo, con un decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di ieri 7 maggio, la lista dei cosiddetti “Paesi sicuri” per quanto riguarda le richieste di protezione internazionale, che ora viene a contare 22 Stati: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Camerun, Capo Verde, Colombia, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Rispetto al penultimo aggiornamento i nuovi ingressi sono sei, il Bangladesh, il Camerun, la Colombia, l’Egitto, il Perù e lo Sri Lanka.
Nel provvedimento (“Aggiornamento della lista dei Paesi di origine sicuri prevista dall’articolo 2-bis del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25“) colpisce in particolare la “promozione” di Colombia e Camerun, due Paesi classificati fra i Paesi al mondo più precari per quanto riguarda gli indicatori di pace e sicurezza interna, per la precisione nell’area “bassa” del Global Peace Index (GPI), ma anche dell’Egitto, che si trova fra gli ultimi Paesi dell’area “media” del GPI.
I vari decreti sui Paesi “sicuri” hanno introdotto una presunzione di infondatezza delle domande d’asilo presentate dai cittadini dei Paesi elencati, perché “in via generale e costante” non vi si registrerebbero persecuzioni, torture o violenze indiscriminate.
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