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Piemonte “in emergenza”: la rete della Protezione civile

Sono 1671, quasi tutti richiedenti asilo, i migranti accolti in Piemonte fino ad oggi nel sistema coordinato dalla Protezione civile per la cosiddetta “emergenza” Nordafrica. Un sistema straordinario e “parallelo” a quello ordinario costituito dallo Sprar.

Al 6 settembre sono 21.192, in tutta Italia, i migranti assistiti nell’ambito del Piano di accoglienza coordinato dalla Protezione civile per la cosiddetta “emergenza” seguita alla crisi in Nord Africa d’inizio 2011.  In Piemonte i migranti assistiti sono 1671 (l’8% circa del totale nazionale), quasi tutti richiedenti asilo; i rimanenti sono tunisini sbarcati in Italia fra il 1° gennaio e il 5 aprile 2011, ai quali è stato concesso un permesso di soggiorno temporaneo. Secondo l’ultimo aggiornamento statistico del Dipartimento della Protezione civile, il Piemonte è la sesta regione per numero di ospiti, preceduta in ordine crescente da Veneto, Lazio, Campania, Sicilia e Lombardia. Quest’ultima ne accoglie quasi 3000.

Nei confini piemontesi è la provincia di Torino a farsi carico della stragrande maggioranza delle accoglienze, quattro su cinque.  Ciò è dovuto naturalmente al suo peso demografico,  ma mancano ancora del tutto all’appello le province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, che risultano non aver accolto ancora nessun migrante, mentre in quella di Vercelli si conta appena qualche unità. A livello nazionale e regionale il Piano d’accoglienza prevede un rapporto massimo fra migranti accolti e popolazione residente pari allo 0,8 per mille. Però a livello locale questo rapporto è già oggi superiore nel comune di Torino, ed è stato macroscopicamente superato in alcuni comuni di medie e piccole dimensioni.

In Piemonte i richiedenti asilo assistiti nella rete coordinata dalla Protezione civile (un sistema straordinario e “parallelo” a quello ordinario dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sono alloggiati in strutture e centri gestiti da operatori di vario tipo.  Per l'”emergenza” infatti si sono convenzionati organismi e cooperative specializzati nell’accoglienza dei migranti ma anche cooperative che sino ad oggi avevano lavorato in tutt’altro settore, e persino alberghi, hotel, ostelli, case di riposo (non si tratta di casi isolati: le strutture di questa bizzarra area “alberghiera” in senso lato alloggiano già centinaia di ospiti). In tutta la rete dell'”emergenza”, la diaria prevista per persona accolta varia da un minimo di 40 a un massimo di 46  euro (mentre la media nazionale della rete Sprar è notevolmente inferiore, 33 euro circa). Ma rischiano di non essere  alla pari le competenze e l’esperienza nell’offrire, oltre a vitto e alloggio, anche mediazione culturale, orientamento e opportunità per un migliore inserimento in Italia.

I richiedenti asilo assistiti dal sistema della Protezione civile in Piemonte sono sbarcati a Lampedusa dopo essere fuggiti soprattutto dalla Nigeria, dal Ghana, dal Mali, dal Bangladesh e dalla Costa d’Avorio. Queste provenienze sollevano sin da oggi un interrogativo non di poco conto: in particolare i nigeriani e i ghanesi sono a forte rischio di ricevere un diniego alla loro richiesta di protezione, almeno alla luce delle statistiche più recenti della Commissione nazionale per il diritto d’asilo (nel 2010 queste due nazionalità si sono viste respingere due domande su tre, contro una media di un diniego ogni tre domande se si tiene conto di tutte le principali nazionalità dei richiedenti asilo); così, quale sarà il destino di tutti i richiedenti che dopo l'”emergenza” vedranno rifiutata la loro richiesta di protezione?

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