Rompere il silenzio sulla rotta balcanica, denunciare quanto sta avvenendo in quei luoghi, anche con le responsabilità dell’Italia, e lanciare chiaro il messaggio che i migranti più vulnerabili del “game” (come viene chiamato il “gioco”, la “partita” dell’attraversamento di quelle frontiere) «non sono più soli»: sono gli obiettivi della rete RiVolti ai Balcani, presentata oggi a Milano.***Aggiornamento: è on line il primo dossier preparato dalla rete***.
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«Anche l’Italia è toccata dalla rotta percorsa da migliaia di persone dirette in Europa in condizioni proibitive. Fino a poco tempo fa il nostro Paese rappresentava un luogo sicuro di protezione per loro, ma pare che ora non sia più così. Infatti sono emerse responsabilità dirette dell’Italia in recenti operazioni di riammissioni collettive sul confine con la Slovenia, in violazione del diritto internazionale. Nonostante ciò il dibattito pubblico sulla questione è ancora quasi inesistente…».
Siamo solo un terminale della “rotta balcanica“? Oppure ci siamo dentro, con responsabilità più o meno gravi?
Una gran parte dei rifugiati che arrivano in Italia e nell’Europa centro-settentrionale passano per i Balcani occidentali. Sono soprattutto siriani, afghani, irakeni, iraniani, pakistani che fuggono da persecuzioni e conflitti senza fine. E lungo questa “rotta” di terra continuano a subire violenze, torture, respingimenti e restrizioni arbitrarie. Anche nei confini della stessa Unione Europea.
All’inizio di giugno, l’ASGI ha indirizzato una lettera aperta al nostro ministero dell’Interno, alla Questura e alla Prefettura di Trieste e pubblicato un’analisi sulle recenti “riammissioni informali” dall’Italia alla Slovenia e sulle riammissioni a catena verso Slovenia e Croazia.
Ma ad oggi la lettera aperta rimane ancora senza risposta, come è stato denunciato oggi a Milano alla presentazione della nuova rete “RiVolti ai Balcani”.
Quest’ultima è composta da oltre 36 realtà e singoli impegnati a difesa dei diritti delle persone e dei principi fondamentali sui quali si basano la Costituzione italiana e le norme europee e internazionali, e intende «rompere il silenzio sulla “rotta balcanica”, denunciare quanto sta avvenendo in quei luoghi e lanciare chiaro il messaggio che i soggetti vulnerabili del “game” (così viene chiamato il “gioco”, la “partita” dell’attraversamento di quelle frontiere) non sono più soli».
***Aggiornamento: “RiVolti ai Balcani” ha preparato un primo dossier, La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa. Il testo può essere ordinato e scaricato gratuitamente su casella e-mail dal sito della rivista Altreconomia (che è fra i promotori della rete), oppure direttamente qui sotto in allegato.***
Allegato
La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa (file .pdf 14 mbyte)
Collegamenti
“RiVolti ai Balcani”, il profilo su Facebook
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