Segnano un più 50% rispetto al 2022 gli sbarchi di rifugiati e migranti in Italia. Ma nel Mediterraneo centrale le vittime durante le traversate sono cresciute del 66%: il rischio di perdere la vita o rimanere dispersi su questa “rotta” (vittime in rapporto alle persone che ce l’hanno fratta a sbarcare nel nostro Paese o a Malta) è tornato a crescere dopo tre anni di diminuzione.
Sono poco meno di 158 mila i migranti e i rifugiati sbarcati in Italia nel 2023. Il dato, come è noto, è in crescita da quache anno (benché sia nettamente inferiore a quello registrato nel 2016 con oltre 181 mila arrivi) e segna un + 50% rispetto al 2022.
Intanto, nell’ultimo anno hanno perso la vita o sono rimaste disperse nel Mediterraneo centrale, la “rotta” verso l’Italia e Malta, almeno 2.346 persone (la stragrande maggioranza delle 2.756 stimate per difetto dall’OIM in tutto il Mediterraneo). Anche questo dato è in forte aumento rispetto al ’22 (quando si erano registrate “solo” 1.417 vittime), ma con un incremento addirittura del 66%. Vale a dire, nel 2023 la rotta, già una delle più pericolose al mondo, si è fatta ancora più letale, almeno se si considerano queste cifre in relazione ai migranti e i rifugiati che ce l’hanno fatta ad approdare in territorio italiano o maltese.
Oggi il rischio di morire o rimanere dispersi nel Canale di Sicilia rispetto agli arrivi è di uno a 67 (il rapporto tiene conto dei quasi 158 mila sbarchi in Italia al 31 dicembre ’23, oltre che dei 333 registrati a Malta fino al 16 novembre, ultimo dato disponibile da fonte OIM; non tiene conto, invece, delle persone intercettate dalle Guardie costiere “libica” e tunisina). Come testimoniano le cifre dell’ultimo rapporto su Il diritto d’asilo della Fondazione Migrantes, questa incidenza è tornata a crescere dopo tre anni di diminuzione.
L’OIM stima che le vittime della rotta del Mediterraneo centrale dal 2014 siano almeno 22.600.
Le provenienze, i “non accompagnati”
Il Paese d’origine che nell’anno appena concluso ha registrato più arrivi in Italia è la Guinea, con circa 18.200 persone, seguita dalla Tunisia, 17.300, dalla Costa d’Avorio, dal Bangladesh, dall’Egitto, dalla Siria (ben 9.500 persone), dal Burkina Faso, dal Pakistan, dal Mali e dal Sudan per limitarsi a quelli più numerosi.
Circa 17.300, invece, i minori non accompagnati sbarcati, + 23%.
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