L’organizzazione non governativa Save the children pubblica il rapporto Childhood under fire e denuncia la gravissima situazione dei bambini in Siria dopo due anni dall’inizio della guerra civile: in estrema (e crudele) sintesi due milioni di loro soffrono per traumi, malnutrizione e malattia.
La catastrofica guerra in corso, afferma il rapporto, ha causato in Siria la fine dell’infanzia per un bambino su tre, il quale risulta essere stato picchiato o ferito durante gli scontri tra militari e ribelli. Un numero crescente di bambini, inoltre, è reclutato dai gruppi armati di entrambe le parti, che li usano come sentinelle, informatori, combattenti e in alcuni casi anche come scudi umani.
Uno dei maggiori problemi affrontati dai bambini siriani e dai loro genitori è la fame e l’immediata conseguenza di questa situazione è stato l’aumento dei casi di malnutrizione. I militari fedeli al regime hanno infatti fra i bersagli da colpire e da distruggere, nelle zone controllate dai ribelli, i forni. Il prezzo dei beni di prima necessità – come il pane – o quello della benzina o dell’olio da cucina ha subito un aumento pari al 500% del prezzo originario. Molti dei rifugiati intervistati per la stesura del rapporto ha dichiarato che il motivo principale della fuga è stata la fame.
Un’intera generazione di bambini sta letteralmente scomparendo sotto le macerie di un Paese che sembra ancora troppo lontano dalla pace. Questa la più forte denuncia del rapporto di Save the children che ha deciso di far coincidere la pubblicazione con il ricorrere del secondo anniversario della guerra civile siriana. Il rapporto Childhood under fire è scaricabile gratuitamente in rete in formato pdf.
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