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Sprar: l’“ampliamento” che non c’è

Un decreto dell’Interno finanzia per il 2013 702 posti Sprar in tutta Italia, ma questo dicembre scadono gli 816 “posti aggiuntivi straordinari” Sprar finanziati dal governo per l’ “emergenza Nordafrica”. Dunque, il bilancio dà un negativo di 114 posti.

Palazzo Chigi: la “Sala verde” in cui si riunisce la Conferena Stato-Regioni (foto: Governo.it).

I toni della nota introduttiva del Dipartimento per le libertà civili del Viminale datata 20 novembre e siglata dal capo Dipartimento Angela Pria sono un po’ magniloquenti: «In data 19 novembre 2012 il ministro dell’Interno ha firmato il decreto con il quale… viene finanziato l’ampliamento della rete degli enti locali che erogano, nell’ambito del Sistema di protezione Sprar, servizi di accoglienza in favore di richiedenti e di titolari di protezione internazionale».

Il decreto del ministro Cancellieri fa riferimento all’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri n. 3965 del 21 settembre 2011 per l’“emergenza Nordafrica”. Stanzia 8.968.050 euro per l’accoglienza di 702 persone in tutta Italia (continua a mancare all’appello la Valle d’Aosta) per un anno, investendo 35 euro pro capite al giorno.

Peccato solo che, purtroppo, non si tratta di nessun «ampliamento». Infatti, alla fine di questo mese nello Sprar scadrà la copertura dei “posti aggiuntivi straordinari” finanziati dal governo con i fondi nazionali dell’“emergenza Nordafrica”: ne sono stati effettivamente attivati 816 (fonte del dato, il Dossier statistico immigrazione 2012).

Dunque, fra posti in scadenza e nuovi posti, la differenza con il nuovo decreto dà un negativo di 114 posti perduti.

L’intesa sottoscritta lo scorso 26 settembre da Governo, Regioni ed Enti locali su un documento di indirizzo per il “superamento dell’emergenza Nordafrica” coglieva tutta l’urgenza di portare da 3.000 a 5.000 i posti finanziati dal governo nei progetti locali della rete Sprar. Il documento recita: «Il consolidamento dello Sprar, attraverso l’ampliamento della sua capacità a 5.000 posti, rappresenta una misura fondamentale, e in ogni caso la più efficace ed economica per rafforzare e assicurare una base stabile al sistema di accoglienza…», ecc. ecc.

Ma per adesso c’è solo il decreto del Viminale per i 702 posti. Il 2012 è alla fine, il 2013 alle porte. E il bilancio dell’accoglienza italiana (l’accoglienza degna di questo nome offerta nei progetti locali dello Sprar) continua a portare più che mai il segno meno.

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