Di emergenza in emergenza, dalle case occupate da sgomberare, fino ai recenti fatti in Nordafrica, sono ormai anni che il sistema italiano di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati politici si sta muovendo senza un vero progetto organico che stabilisca criteri e finanziamenti su cui contare per un fenomeno che non può certo considerarsi occasionale o sporadico, ma che fa parte della storia della società umana.Da questo pensiero di fondo muove il coordinamento piemontese “Nonsoloasilo” per operare una serie di proposte che, a livello nazionale e locale, possano costruire l’ossatura per percorsi di accoglienza a rifugiati e richiedenti asilo davvero efficaci e rispettosi dei diritti. A livello nazionale il Coordinamento propone di superare la frammentazione attuale (Cara, Sprar, progetti europei, progetti dei Comuni, iniziative di enti o fondazioni bancarie) che finisce inevitabilmente di disegnare una realtà italiana diseguale e che lascia privi di accoglienza molti rifugiati che, pur avendo il diritto di stare in Italia, si ritrovano per la strada, o ad occupare stabili abbandonati o a fuggire illegalmente verso altri Paesi.
Un esempio lampante di questa frammentarietà dei diritti, è il problema legato al certificato di residenza: in alcune città viene rilasciato senza grossi problemi alle persone riconosciute come rifugiati politici anche in assenza di una fissa dimora, permettendo loro di accedere a tutti i servizi, in altre invece è negato con la conseguenza che i rifugiati restano in una sorta di limbo: dimorano in città, ma non possono godere di tutti quelle possibilità e diritti garantiti dalla residenza.
E’ necessario quindi uno sforzo di progettualità che coinvolga anche il terzo settore e che sappia in primo luogo monitorare i flussi (prevedendo anche possibili eccezionalità, come i conflitti imprevisti) e che predisponga finanziamenti per poter avere una disponibilità di posti adeguata per l’accoglienza. La questione dei posti è però solo il primo passo perché i rifugiati politici possano raggiungere una vera autonomia sociale. L’accesso al sistema sanitario nazionale e a quello dei servizi sociali, la revisione delle norme di Dublino che limitano la possibilità per i rifugiati politici di muoversi in Europa, la questione del riconoscimento dell’età reale dei richiedenti asilo molto giovani e probabilmente minorenni: sono le altre questioni che dovrebbero essere al centro di una progettualità seria e di ampio respiro perché il sistema italiano non venga di nuovo sorpreso dalla prossima “emergenza”.
http://www.nonsoloasilo.org/slide/Quaderno%20NsA3.pdf: la pubblicazione completa con le proposte, le riflessioni, gli approfondimenti del Coordinamento Nonsoloasilo
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